Da un certo momento in poi in molti hanno iniziato a pensare che il ritorno alla Lira possa essere una buona idea. E' come se una, scontenta del secondo matrimonio, pensasse di tornare fra le braccia del primo. Naturalmente in questo caso il primo matrimonio è idealizzato, così come i bei tempi in cui c'era la Lira.
Alcune idee radicate tornano in vita: una volta che i beni e i servizi italiani fossero diventati poco competitivi si aveva la Svalutazione che alimentava la Crescita. Ai bei tempi della Lira c'era molta crescita, ma questa era forse legata più alla spesa pubblica “allegra” e alla demografia favorevole che alla medesima traballante Lira. Sarà un caso, ma, divenuto esorbitante il debito pubblico e invecchiata la popolazione, la gran crescita è tosto evaporata.
Se si passa alla lira, i prezzi dei beni e servizi italiani scendono in rapporto alle valute forti. In euro i beni industriali e i servizi per i turisti costerebbero di meno. Dal che quelli che rivogliono la Lira arguiscono che verrebbero venduti in maggior numero. Le All'opposto, sale il prezzo in lire dei beni importati dai paesi con valute forti. Una svalutazione funziona se la crescita delle esportazioni compensa il maggior costo delle importazioni. Immaginiamo quale potrebbe essere la svalutazione. Il costo del lavoro per unità di prodotto italiano è salito del 30% circa dal 2000 ad oggi, quello della Germania non è quasi cresciuto, a differenza degli altri paesi europei che lo hanno visto crescere, ma meno dell'Italia. L'entità della svalutazione (misurata come gap da recuperare) è dunque notevole. Immaginiamo una svalutazione pari al 25%.
Molti beni che l'Italia importa non sono sostituibili (come l'energia, e alcune tecnologie) e dunque saranno importati ad un prezzo maggiore. Molti beni che l'Italia esportava, come per esempio le automobili, non sono quasi più prodotti in Italia. Il turismo non cresce necessariamente, perché se in Italia torna la Lira, in Spagna potrebbe tornare la Peseta. Si evoca la Lira, ma non si dice con precisione quali settori ne trarrebbero vantaggio ed altri svantaggio. E poi resta la domanda di natura generale, l'economia crescerebbe davvero, o è solamente un luogo comune l'equivalenza Svalutazione = Crescita?
Se diventasse verosimile un ritorno alla Lira con una svalutazione del 25% si avrebbe un deprezzamento delle obbligazioni italiane del 25%. Chi le detiene alla scadenza ottiene un equivalente in lire inferiore del 25% rispetto a quanto otterrebbe alla scadenza onorata in euro. Chiederà perciò un rendimento maggiore per detenere le obbligazioni italiane. Un 25% di maggior rendimento su una scadenza a dieci anni si compone in circa il 2% all'anno di maggior rendimento. Dunque aumenterebbe l'onere del debito. (Anche tutta la struttura dei tassi nell'economia privata, dal costo del denaro per le imprese ai mutui ipotecari salirebbe molto). Perciò se l'economia non cresce molto, alzando con forza le entrate fiscali, si alza il costo economico e politico per controllare il debito pubblico, divenuto più costoso.
Perché mai un'idea come quella del ritorno alla lira piace? Forse si pensa che con Lira non si dovrà più riformare il funzionamento del mercato del lavoro, perché l'economia tanto riparte, così come si pensa di lasciare così come è la spesa pubblica, perché l'economia riparte e il maggior gettito paga la spesa pubblica per tutti. In conclusione, l'agitare il ritorno alla lira è funzionale alla conservazione delle cose.
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