Non avessimo vissuto la Prima Repubblica (italiana) potremmo anche credere, come sembra stiano facendo i mercati azionari, che quel che sta accadendo possa essere risolutivo, o sulla strada della risoluzione.
 

Si ha una fiducia estrema nelle politiche economiche. Le banche centrali statunitensi e inglesi comprano il debito pubblico. I governi espandono i deficit. Non si vedono gli effetti lunghi. Prima o poi ciò che le banche centrali comprano dovranno rivendere, e il bilancio pubblico degli Stati Uniti sarà in deficit prima del pagamento degli interessi.
 
Le borse sembrano fiduciose, peraltro più nel lancio dei media che nell’analisi statistica. Quest’ultima mostra, infatti, come esse siano ancora dentro la prima banda di oscillazione. Si guardi agli arcobaleni qui sotto: mostriamo gli Stati Uniti e l'Italia; l'Europa e il Giappone hanno un andamento simile.
 
Due cose della Prima Repubblica ci vengono copiate. 1) Il debito pubblico che il mercato non sottoscrive è comprato dalla banca centrale; nel caso italiano, questa pratica fu interrotta nel 1981, ai tempi del «divorzio» fra Banca d’Italia e Tesoro. 2) Il bilancio statale in deficit prima del pagamento degli interessi fu pratica interrotta a partire dal 1990.
 
Una volta si diceva che l’originalità italiana era quella di essere stata per ben due volte al centro della scena, e non una sola come di norma; con Roma e con il Rinascimento. Non è vero: tre volte, anche con la Prima Repubblica.


sp_dopo_g_20
sp_dopo_g_20
sp_dopo_g_20


borsa_italiana_dopo_g_20
borsa_italiana_dopo_g_20
borsa_italiana_dopo_g_20