Esponiamo il nostro punto di vista.
Un modo (l’altro viene esposto alla fine) per affrontare le vicende che coinvolgono l’economia mondiale è quello di investire nel monetario europeo e riflettere. Siamo probabilmente di fronte ad una svolta epocale e quindi non è sufficiente osservare l’evolversi giornaliero, contando che le cose migliorino in fretta. Tanto si potranno guadagnare denari più in là, muovendosi nell’intorno del “momento giusto” (“intorno” perché il momento non lo si conosce, se non a posteriori). Mette conto allora ragionare intorno al “momento giusto”.
Il “momento giusto” è quello in cui i mercati finanziari hanno in mente solo una situazione molto grave che pensano possa essere duratura. In questo caso i rendimenti dei titoli di stato sono bassi, perché soprattutto si vuole non perdere. I titoli di stato li si compra anche se hanno un rendimento negativo, considerando l’inflazione. Le azioni vengono invece evitate anche se si può guadagnare molto nel futuro, per la paura di perdere oggi. Si valutano molto le obbligazioni e molto poco le azioni. Il nome di questo comportamento di natura psicologica è “sconto iperbolico”. Siamo arrivati a questo punto oggi ? No, non lo crediamo .
Prima di arrivare al “momento giusto” possono esserci molte false partenze. Per esempio il rimbalzo dal 22 gennaio al 4 febbraio. Insomma, prima che “arrivi la primavera” devono “passare molte rondini”. Lo studio delle serie storiche qui aiuta. Per esempio quando la borsa statunitense varia molte volte in pochissimo tempo (quindici giorni di variazioni sopra e sotto l’1% durante venti giorni di mercati aperti), si hanno due uscite. Quella di una caduta ulteriore, come nel 2001, quella di una forte ripresa, come nel 2003. Sappiamo quindi che un eccesso di variazioni prepara un periodo con una tendenza. Abbiamo avuto negli ultimi tempi questo tipo di variazione. Siamo in uno di quei periodi in cui si attraversa il Rubicone, quindi.
Fra qualche tempo la borsa scende, oppure sale? Il periodo che stiamo passando sembra simile a quello dal 2000 al 2003. Si sostituisce la tecnologia con i mutui ipotecari, ed il resto sembra eguale, ossia la politica economica che diventa molto espansiva. Attenzione alle trappole, racchiuse nelle similitudini. Infatti, manca oggi l’atleta cui passare il testimone. Nel 2000-2003 l’atleta tecnologia passò il testimone all’atleta immobiliare. Oggi non si vede chi potrebbe essere messo in fibrillazione dai rendimenti bassi. Inoltre, nel 2000-2003 il disavanzo statunitense era relativamente modesto e poteva venire agevolmente finanziato dai paesi emergenti. Questi ultimi sono oggi pieni di dollari. La questione è controversa, si trova chi sostiene che il finanziamento estero non è un problema, ma è saggio restare scettici
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