Abbiamo ricevuto questa @mail: “Potreste in maniera semplice (ma seria) spiegare le ragioni per le quali siamo arrivati al punto in cui siamo. Ogni giorno vediamo dei numeri che nessuno immaginava di vedere, come il prezzo del petrolio a 100 dollari, il cambio dell’euro a 1,5? Qual è la logica in tutto questo?”
Tre numeri danno idea di quel che sta succedendo sui mercati finanziari, mille miliardi (un trilione) di dollari, cento dollari, un dollaro e mezzo. Il primo numero si riferisce alla stima delle perdite che dovrebbero emergere nel mondo delle obbligazioni collegate con i mutui ipotecari, il secondo si riferisce al prezzo del petrolio, il terzo al cambio fra il dollaro e la moneta europea.
( A ) Per cogliere il punto ragioniamo “al contrario”. Immaginiamo che tutto funzioni per il meglio. Dobbiamo insomma pensare a come “girava” il modello di sviluppo degli ultimi anni. Gli Stati Uniti sono il centro finanziario del sistema. Il dollaro è la moneta al centro del sistema ed è stabile, perché se è vero che nell’economia detta reale si ha una offerta netta di dollari (le importazioni statunitensi sono superiori alle esportazioni, ergo vi sono più dollari offerti che domandati), è però altrettanto vero che nell’economia detta finanziaria questo eccesso di dollari viene bilanciato dagli acquisti di attività in dollari fatte dai paesi in avanzo. I dollari usciti dagli Stati Uniti per comprare per esempio le merci asiatiche, tornano negli Stati Uniti sotto forma di acquisti asiatici di titoli del tesoro e di obbligazioni private. Tanti i dollari offerti, tanti quelli domandati. Il circuito è chiuso. I paesi di nuova industrializzazione sono contenti, perché crescono molto grazie alle esportazioni. I cinesi sono contenti perché vendono lettori di DVD agli americani, i giapponesi sono contenti perché vendono ai cinesi i macchinari per costruire i lettori di DVD, gli americani sono contenti perché comprano dei lettori di DVD a dei prezzi in continua flessione. Ci rimettono gli statunitensi che facevano DVD, ma gli statunitensi che fanno dei lavori molto sofisticati, come quelli che partono eleganti per Hong Kong per fare i consiglieri dei cinesi, sono contenti. Anche il consulente dietologo degli avvocati statunitensi in riunione a Hong Kong è contento. Questo modello di sviluppo ha un nome, “knowledge society”, ossia un sistema che premia chi ha studiato e chi sa fare. La divisione del lavoro era semplice. Ognuno faceva quello che sapeva fare meglio. I cinesi gli operai disciplinati, i giapponesi i macchinari, gli statunitensi gli avvocati ed i finanzieri.
( B ) Nel modello esposto lavoravano delle tarme. Tarma 1. Un conto è avere molti dollari da investire e un conto è averne troppi. Ossia, i proventi delle esportazioni dei paesi asiatici sono diventati talmente tanti che questi hanno incominciato a preoccuparsi seriamente, vedendo quanta parte del debito pubblico americano è di loro proprietà. Tarma 2. La crescita asiatica ha fatto esplodere i prezzi delle materie prime. Ed ecco il petrolio a 100 dollari. I paesi petroliferi si sono quindi trovati come gli asiatici ad avere troppi dollari. Tarma 3. Quando i dollari sono diventati troppi, i paesi di nuova industrializzazione e quelli petroliferi si sono messi a vendere in parte i loro dollari per comprare anche euro. La moneta europea ha incominciato a salire in rapporto al dollaro. Ed ecco il cambio a 1,5. Tarma 4. Il sistema statunitense, grazie alle importazioni di merci a prezzi decrescenti ed alla sua grande flessibilità, conteneva la dinamica dei prezzi, alias inflazione. La bassa inflazione e gli acquisti esteri di obbligazioni hanno schiacciato i tassi di interesse statunitensi. Gli statunitensi, grazie ai tassi d’interesse bassi, hanno incominciato ad indebitarsi per comprare case e per consumare di più. Hanno incominciato ad indebitarsi troppo, attraverso dei prodotti finanziari contorti, come i mutui sub prime. Fin tanto che il pezzo degli immobili continuava a crescere, nessun problema. Il maggior valore della case andava a garanzia dei debiti. Quando il prezzo delle case ha incominciato a cadere sono emerse le insolvenze. Ed ecco che le insolvenze potrebbero essere nell’ordine di un trilione di dollari.
( C ) Possiamo dire che il modello di sviluppo “dollaro-centrato”, dove i paesi emergenti crescono “per davvero” e con una coda “finanzo-centrica” negli Stati Uniti, ha raggiunto un limite. Prima che emergesse questo sistema, si aveva un mondo, figlio della seconda guerra mondiale, diviso nel campo occidentale e in quello socialista. I confronti vanno fatti fra mondi reali e non fra mondi reali e mondi ideali. Il mondo precedente, dove non esisteva né troppa finanza né troppa disuguaglianza, era anche quello con molte centinaia di milioni di poveri. Questi poveri, in grande maggioranza asiatici, sono emigrati dalle campagne e sono andati a lavorare nelle fabbriche, quelle che esportano moltissimo verso i paesi occidentali. E da qui inizia la nostra storia che porta anni dopo ad un trilione, cento, un dollaro e mezzo. Quale che sia il giudizio storico, gli investimenti vanno tarati con precisione. Quel che oggi si dovrebbe, secondo noi, fare lo trovate nella
Asset Allocation .
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