Un recente studio di Nomura (Global Tourism: shifting destinations for chinese travellers, aprile 2016) analizza le caratteristiche della domanda di turismo da parte del paese più popoloso al mondo e conseguentemente con potenziali flussi turistici di dimensioni superiori a qualunque altra area del pianeta. Attraverso i dati raccolti dal China International Travel Monitor lo studio evidenzia quali sono i criteri attraverso cui i turisti cinesi scelgono le località dove recarsi per le loro vacanze.
Dai dati risulta che in cima alla classifica dei fattori più rilevanti nella scelta della destinazione si colloca la sicurezza personale. Secondo The Economist Intelligence Unit le città asiatiche (Singapore, Tokio, Osaka, Taipei, Hong Kong con l’eccezione di Seul e Bangkok) rappresentano i luoghi percepiti come maggiormente sicuri mentre le città europee e americane lo sono meno. Questo è un aspetto che, unito alla prossimità, tenderà a favorire il flusso turistico verso le mete dei paesi confinanti con la Cina. Ma ci sono altre variabili che sono particolarmente favorevoli al flusso verso aree non asiatiche.
Infatti, il secondo fattore che indirizza le scelte dei turisti cinesi è rappresentano dall’interesse per i luoghi di rilevanza storica e monumentale. La classifica dell’UNESCO dei siti patrimonio dell’umanità indica la Cina come secondo paese per numerosità. D’altro canto l’Europa complessivamente rappresenta l’area del pianeta maggiormente caratterizzata da una forte presenza di luoghi e monumenti di rilevante interesse storico e naturalistico dove l’Italia è al primo posto con 51 siti.
La Cina ha un numero di siti patrimonio dell’umanità poco inferiore all’Italia, 48, ovviamente con una densità per chilometro quadrato decisamente diversa da quella registrata in Italia ed in Europa. Paradossalmente Singapore è la nazione con la densità più elevata di siti Unesco in quanto il Giardino Botanico, unico sito, si rapporta ad una superficie di circa settecento kmq mentre i 48 siti cinesi sono distribuiti su oltre nove milioni di metri quadrati.
Il terzo fattore di maggiore rilievo a cui il potenziale turista proveniente dalla Cina presta maggiore attenzione è la qualità della cucina. Lo studio di Nomura cita alcune classifiche (Conde Nast, Thrilling) che contengono diverse città sparse per il i mondo, tra cui Roma, Firenze e Bologna, dove l’accoglienza culinaria è particolarmente apprezzata. Altre classifiche ritrovabili su Internet offrono diversi luoghi dove trovare una valida offerta di ristorazione. Utilizzando un parametro come le stelle della guida Michelin si trova la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, della rilevanza dell’Europa come continente dove è particolarmente significativa la presenza di una diffusa e ricercata professionalità dei ristoratori, con le ovvie Francia e Italia ai primi posti. La presenza in Asia di ristoranti “stellati” è si concentra quasi interamente in Giappone mentre gli USA hanno un numero relativamente modesto di eccellenze.
Altri indicatori rilevanti per il potenziale visitatore cinese sono il rapporto qualità-prezzo e lo shopping. Riassumendo, per catturare la crescita stimata del 20% annuo nel prossimo quinquennio di turisti cinesi interessati a visitare l’Italia (circa centomila persone in più all’anno rispetto ai quattrocentomila visitatori del 2015) diventa rilevante valorizzare i già evidenti punti di forza (patrimonio culturale, ristorazione, shopping) oltre al miglioramento della qualità dei servizi offerti e del fattore sicurezza, quest’ultimo in parte derivante da cause comuni a tutti i paesi occidentali.
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