A proposito del debito pubblico degli Stati Uniti. Ipotesi a): il QE2 finisce, i posti di lavoro si creano, si hanno le premesse perché l’economia reale produca abbastanza Pil, abbia meno necessità di trasferimenti e paghi abbastanza tasse da sanare il deficit pubblico. Il deficit ridotto a sua volta cura il debito pubblico. Ci sarebbero le premesse per un ritorno alla neutralità della politica monetaria, quindi salita dei tassi (a breve) e corrispondente ascesa dei rendimenti (i tassi a lunga), ossia discesa dei prezzi dei long term bond.
In alternativa, ipotesi b): il QE2 finisce ma l’economia americana, anemica, ha ancora bisogno di sostegno sia dal lato della domanda che dei sussidi. Il governo non riesce a ridurre il deficit e deve quindi aumentare le emissioni di bond. La Fed vara il QE3. Può darsi, siccome il mercato non compra più le obbligazioni governative o lo farebbe a rendimenti crescenti, che la Fed debba addirittura comprare le obbligazioni alle aste. Si creerebbe però un mercato duale. Le nuove emissioni sarebbero sottoscritte alla pari e a basso tasso dalla Fed, ma il lieto fine non è più assicurato. Il rischio di default viene fuori sul prezzo dei bond precedentemente emessi. I bond emessi si deprezzano mentre vola il Cds sui governativi statunitensi.
Comunque la si metta, i prezzi di mercato dei treasuries scenderanno e le posizioni short ci guadagneranno.
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