Il Fondo Monetario ha appena pubblicato sia il Rapporto sull’economia mondiale sia quello sul settore finanziario. La stima di crescita del Pil mondiale per il 2010 è stata rivista in leggero rialzo, mentre quella per il 2011 è rimasta dov’era. In breve, l’economia sta risalendo la china, con il rischio che si è spostato dal settore privato a quello pubblico. In altre parole, il maggior debito pubblico ha assorbito gran parte degli effetti negativi della crisi.
Tutto bene, dunque? No. Vanno – secondo il Fondo Monetario – messe in cantiere per il futuro delle politiche di controllo della dinamica del debito, intanto che i deficit non sono ferocemente eliminati, perché essi debbono ancora accompagnare la fuoriuscita dalla crisi. In questo modo (forse) si riesce a impedire che i rendimenti richiesti per sottoscrivere il debito pubblico salgano, ciò che renderebbe la sua gestione nel futuro davvero difficile. Il settore finanziario dovrà – sempre secondo il Fondo Monetario – avere un leva, ossia il rapporto fra attivo e mezzi propri, inferiore. La leva andrà ridotta con moderazione (smoothly), per evitare che si contragga il credito alle imprese. Intanto che la leva si riduce, vanno introdotte le riforme per rendere più sicuro (safer) il sistema finanziario.
I due Rapporti, ridotti a un paragrafo, non rendono l’idea della complessità dell’analisi. Particolarmente complessa è quella sul settore bancario, di cui diremo in altre note.
Il messaggio, secondo noi, è chiaro: il peggio sarà anche alle spalle, ma non è detto che le cose non possano peggiorare, se non si procede per tempo nel mandare messaggi chiari sul debito pubblico e sulla riforma della finanza. Il titolo sbagliato è quello che afferma: Il Fondo rivede al rialzo la crescita. Quello giusto è: Attenti, c’è ancora molto da fare.
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