Dopo la promozione, arriva la pagella. Ed è una bella pagella, merito anche del turismo, vero stellone dell’Italia. Che permetterà quest’anno all'Italia di lasciarsi alle spalle nella crescita Francia e Germania. Non male. Per inciso il Fondo monetario internazionale ha alzato a 1,1% (dal precedente 0,7%) la crescita del Pil italiano nel 2023. Per la verità non è il risultato migliore in Europa: la Spagna farà meglio con un +2,5. Ma sufficiente per esultare la premier Giorgia Meloni: «In uno scenario complesso continueremo a coltivare la linea dello sviluppo e della prudenza, dello slancio e della stabilità dei conti. L’Italia dimostra di essere resistente e dinamica. Le imprese e le famiglie hanno dato una risposta straordinaria». Ma ecco i giudizi che accompagnano la  promozione del Bel Paese. Una sorta di in&out o, se preferite, cosa va e cosa no nell'economia italiana. Firmata dall'Fmi.

Una crescita robusta

L'economia italiana è cresciuta in modo «robusto nel 2022 nonostante i più alti prezzi dell'energia» sottolineano gli analisti americani. E aggiungono:«i generosi incentivi hanno spinto gli investimenti privati, soprattutto nel mercato immobiliare». Leggi Superbonus.Ma c'è di più. «I consumi privati sono aumentati in modo robusto grazie alla ripresa dell'occupazione, al turismo vivace e all'ampio sostegno fiscale al potere d'acquisto reale». In particolare, i consumi privati sono attesi in rialzo dell'1,3% quest'anno e dell'1,2% il prossimo, l'occupazione dovrebbe salire dello 0,8% quest'anno e dello 0,1% il prossimo e il tasso di disoccupazione, dopo l'8,1% del 2022, dovrebbe attestarsi nel 2023 all'8% e quindi tornare all'8,1% nel 2024. L’appunto: «Per aumentare l'efficienza della spesa pubblica bisognerebbe rafforzare i controlli finanziari sull'approvazione del Superbonus e degli altri incentivi, assicurando il rispetto degli obiettivi dei vari programmi».

Rischi di ribasso

L'economia italiana «ha resistito bene agli effetti della guerra in ucraina», crescendo del 3,7% nel 2022, e «si dimostra resiliente agli shock avversi», tuttavia «restano rischi al ribasso». Il documento mette anche in luce che «politiche che finiscano per rallentare la riduzione del debito pubblico o ritardi prolungati nel ricevere i fondi nell'ambito di Next generation Eu - il famoso Pnrr - potrebbero sollevare problemi di finanziamento». C’è di più.«La crescita dovrebbe entrare in una fase di rallentamento». Il Fondo prevede che la crescita si riduca allo 0,9% nel 2024 (dal precedente +1,1% di quest’anno), per poi risalire temporaneamente all'1,1% nel 2025. L'inflazione dovrebbe scendere al 5,2% nel 2023 e al 2,5% nel 2024, grazie alla discesa dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari.

La sede del Fondo monetario internazionale

Allarme flat tax

«Una flat tax sul reddito potrebbe avere delle implicazioni avverse e portare a una significativo calo delle entrate e dell'equità. Continuare a rafforzare la compliance fiscale è necessario, aumentare la soglia delle transazioni cash e introdurre sanatorie sui debiti fiscali non è d'aiuto». Così Fmi che ritiene necessaria in Italia  una riforma delle tasse «per allargare la base imponibile e aumentare equità ed efficienza". Il Fondo sulle pensioni rileva che la spesa italiana è superiore alla media europea e che l'età di uscita effettiva è inferiore a quella legale e suggerisce di evitare "nuove uscite anticipate».

Rischi da stretta Bce

Guai potrebbero arrivare dalla politica della Bce. Scrive l’Fmi:«Un inasprimento più marcato della politica monetaria potrebbe trasmettersi in modo asimmetrico all'Italia e aumentare ulteriormente i costi di finanziamento, mentre le nuove tensioni finanziarie globali potrebbero ridurre la disponibilità di fondi, causando una contrazione della spesa pubblica e privata e riaccendendo le preoccupazioni sul legame tra debito sovrano, banche e aziende». Non solo. «La crescita potrebbe essere influenzata negativamente da nuove impennate dei prezzi dell'energia, dalla frammentazione del commercio estero e degli investimenti o da un calo generalizzato della domanda esterna». Tuttavia è possibile mitigare questo effetto:«una riduzione continua del debito pubblico potrebbe moderare l'aumento dello spread» e «una crescita più rapida e il rafforzamento della stabilità politica potrebbe contribuire a contenere gli spread». Parola di Fmi.

Il calo demografico

Un capitolo è dedicato all’inverno demografico. La popolazione italiana sta calando e invecchiando rapidamente – scrive l’istituto di Washington - e per combattere gli effetti negativi del declino demografico sul Pil serve una strategia coerente per aumentare significativamente la produttività. E sottolinea che per fronteggiare l'avverso outlook demografico «sono essenziali riforme e investimenti per aumentare la produttività e ammodernare l'economia". All'allentamento delle pressioni demografiche potrebbe contribuire anche l'«invertire la direzione della migrazione».

Giorgetti invoca prudenza

Dopo la premier ha commentato la pagella anche il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: «Accogliamo con il giusto ottimismo e attenzione le valutazioni del Fmi. Continueremo sulla strada della prudenza, responsabilità e realismo perseguendo l'obiettivo della riduzione del debito pubblico con l'attenzione verso persone e famiglie più vulnerabili e senza trascurare l'indispensabile crescita per rilanciare l'economia italiana, che mostra la sua solidità e resilienza rispetto agli eventi avversi».