La celebre frase che fermò una missione lunare è stata riesumata per ricordare che la città di Houston sembra sull’orlo della bancarotta per un eccesso di spese, non per una caduta delle entrate. Le spese generose sarebbero quelle per i contributi pensionistici dei dipendenti pubblici. In Oregon il fondo pensione pubblico ha obblighi che eccedono i suoi mezzi, a meno che i mercati finanziari non esplodano. Il problema dei fondi pensione per i dipendenti pubblici – gli obblighi dei fondi sono maggiori delle loro entrate correnti e future – sta emergendo.


Saranno salvati con i conferimenti federali, come è stato fatto per le banche e le assicurazioni? Se verranno salvati, si avranno i «poteri forti» favoriti, il che è già avvenuto nel salvataggio del citato settore finanziario, ma anche in quello dell’auto. Forse che gli Stati Uniti si stanno muovendo verso un modello «corporativo»? Un «modello corporativo» i cui equilibri fra i gruppi organizzati sono mantenuti grazie all’emissione di debito pubblico? Non è che l’Italia degli anni Settanta stia diventando magistra mundi?
Per i particolari:
http://globaleconomicanalysis.blogspot.com/2009/10/city-of-houston-is-bankrupt-so-are.html
 
Entrando più nel dettaglio della questione, negli Stati Uniti è uscito uno studio che considera le obbligazioni emesse dagli stati (quindi non dal governo centrale), dalle municipalità, eccetera. Si vede che le entrate sono cresciute, ma le spese per il personale (dirette e indirette, come i fondi pensione) sono cresciute di più. Nel caso in cui i bilanci degli stati e delle municipalità andassero in crisi, la scelta più probabile, in assenza di un costoso intervento centrale, sarebbe di sospendere i pagamenti delle cedole delle obbligazioni emesse. Il mercato delle obbligazioni degli stati e delle municipalità è consistente, intorno ai 3 mila miliardi di dollari, ossia circa il 20 per cento del Pil statunitense.
Per i particolari:
http://www.zerohedge.com/article/collapse-muni-bond-market