Sono usciti i risultati dello stress test orchestrato dalla Banca Centrale Europea e dalle banche centrali nazionali. Si hanno due scenari. Il primo in cui le cose procedono normalmente – lo scenario di base. Il secondo in cui le cose vanno male – lo scenario di misurazione dei contraccolpi (= lo stress test). Nel primo continua la leggera crescita in corso, nel secondo si ha una modesta flessione rispetto alla modesta crescita in corso. In entrambi gli scenari non si prova a misurare l’effetto che avrebbe un’eventuale crisi del debito dei paesi meno virtuosi. Insomma, lo stress test misura gli effetti di una leggera flessione dell’economia europea in un contesto in cui nessun paese è lasciato deragliare. Lo stress test perciò misura gli effetti di una crisi di modeste dimensioni, e arriva alla conclusione (non proprio sorprendente) che il sistema la reggerebbe. Il risultato è che meno di una decina di banche non superano lo stress test – quelle molto esposte all’immobiliare, mentre tutte le altre, che sono circa ottanta, lo superano. Il fabbisogno di capitale di rischio per rimettere a posto le cose assomma alla parca cifra di 3,5 miliardi di euro. Che cosa accadrebbe nel caso di una crisi vera, ancora non è dato sapere.
Nota aggiunta il 26 luglio:
Lo stress test è stato condotto supponendo un rapporto fra capitale di rischio ed attivo pari al 6%. Il grafico mostra quel che accadrebbe se ci si spostasse verso il 6,5%, 7%, 8%, che è la proposta per Basilea III. I numeri cambiano completamente.
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