L’allerta squilla a mezzogiorno. Da martedì 12 settembre riparte la sperimentazione di It-Alert, il sistema di allarme pubblico messo a punto dalla protezione civile in base a una direttiva dell’Unione Europea. Un messaggio sul cellulare è il modo in cui verrà testato il nuovo servizio. Lo hanno già sperimentato tra giugno e luglio Toscana, Sicilia, Sardegna, Calabria ed Emilia Romagna. Ora il secondo round comincia con Campania, Marche e Friuli. Poi il 14 settembre toccherà al Piemonte, il 19 a Lombardia, Molise e Basilicata. Il 21 It-Alert esordirà in Val d’Aosta e sei giorni dopo, il 27, in Liguria. Entro la fine dell’anno la sperimentazione avrà coinvolto tutte le regioni e le due province a statuto speciale d Trento e Bolzano. E poi ci sarà anche un test nazionale. La modalità è uguale per tutti. Intorno alle 12 del giorno prestabilito, sui cellulari di coloro che si trovavano nell’area coinvolta arriva un sms: “Questo è un messaggio di test del sistema di allarme pubblico italiano. Una volta operativo, ti avviserà in caso di grave emergenza”. Gli obiettivi sono più di uno: innanzitutto far conoscere il nuovo sistema a chi potrebbe essere coinvolto in un’ emergenza quando It-alert sarà operativo, verificarne il funzionamento in base ai diversi tipi di telefono e di operatore. Chi lo riceve deve solo schiacciare il tasto ok. C’è anche un questionario da compilare per chi tra gli utenti ha voglia di segnalare anomalie, disservizi, suggerimenti.
Uno squillo a mezzogiorno
Se tutto andrà come deve andare, il sistema diventerà operativo nei primi mesi del 2024 promette il ministro della Protezione Civile Nello Musumeci. In ritardo, questo va detto, rispetto ad altri Paesi europei.«Stiamo procedendo con grande cautela perché il sistema è particolarmente articolato, va gestito con grande sobrietà e diventerà operativo solo quando avremo superato tutte le criticità» ha spiegato Musumeci al Festival Open di Parma. Dai test condotti nella prima parte dell’estate sono emersi alcuni intoppi: su tutti la mancata ricezione in alcuni casi o il continuo arrivo del messaggio. Da verificare meglio anche la ricezione su dispositivi come tablet e smart watch.
Ma c’è chi comunque esulta. Per esempio Marco Bussone, presidente di Uncem nazionale, l’unione dei comuni ed enti montani: "Abbiamo sempre creduto in questo sistema e abbiamo incoraggiato con forza il Dipartimento di Protezione Civile a costruirlo, con Angelo Borrelli in primis. Eravamo stufi di app a pagamento, messaggistica automatica che i Comuni pagano a società che continuano a fare proposte economicamente impegnative. Moltissimi si sono fatti prendere. Ora però si deve cambiare. E passare a It-Alert deve togliere di mezzo altri sistemi meno efficaci. Essendo legato alle celle, It-Alert è veramente per tutti. E aiuta i sindaci, anzi, li protegge. Perché garantisce informazioni a tutti, senza fare nulla, ricevendo messaggi se in quel luogo, in quella 'cella' ci sono problemi. Tutti sono aggiornati e i sindaci più sicuri. Lo avevamo detto dopo la tragedia del Raganello, quell'app avrebbe aiutato. E così in tante altre calamità”.
Sei tipi di calamità
Già le calamità. Per ora sono sei le casistiche per le quali le autorità invieranno l’allarme: maremoto generato da un sisma, collasso di una grande diga, attività vulcanica, incidenti nucleari o situazioni di emergenza radiologica, incidenti rilevanti in stabilimenti soggetti alla direttiva Seveso e precipitazioni intense. Non c’è il terremoto perché – spiegano alla Protezione civile – si presuppone che il cittadino abbia già chiara la percezione dell’evento. Manca anche l’alluvione perché dipende da una serie di fattori dei quali non si può essere certi in anticipo. Invece le piogge intense sono prevedibili con una certa precisione. In ogni caso il messaggio non darà indicazioni di comportamento. Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile la spiega così: «E’ complicato suggerire consigli di fronte a un certo evento che coinvolge tante persone in modo diverso. Pensiamo alle piogge intense. Ci sarà chi si trova in collina, chi a ridosso di un fiume o, ancora, in un’abitazione al piano terra. Sarebbe complicato dare un messaggio comportamentale».
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