«Nel giorno d'inaugurazione degli "Aerospace&defense meeting", l'unica business convention internazionale in Italia, ci sarà la posa della prima pietra della Città dell'aerospazio. Un evento che chiude il cerchio e consente davvero a Torino di decollare nel ruolo di capitale dell'industria che ha nei cieli e nello spazio il focus». Dario Gallina, presidente della Camera di commercio, non nasconde l'orgoglio per un traguardo che in città, in molti, indicano come un nuovo inizio, un'altra vocazione su cui puntare dopo gli anni da capitale dell'auto.

Presidente, davvero quello di Torino può essere considerato il distretto dell'aerospazio più importante tra i sette d'Italia?

«Lo dicono i numeri. La filiera, guidata da grandi player internazionali come Leonardo, Thales Alenia, Avio aero, Collins aerospace e Altec conta oltre 450 Pmi, ha un fatturato che supera gli otto miliardi e dà lavoro a più di 35 mila addetti. E ancora: fanno parte della rete oltre 40 startup e un certo numero di aziende che dall'automotive si sono convertite a questo nuovo tipo di manifattura. Ma non è solo una questione di cifre. C'è il Piemonte in molti programmi internazionali dell'aeronautica: da Boeing ad Airbus, agli Eurofighter. E abbiamo un ruolo chiave anche in campo spaziale. Qui vengono sviluppate le nuove tecnologie per esplorare la Luna, Marte e lo Spazio profondo».

Il presidente della Camera di commercio di Torino Dario Gallina

Qual è il progetto che la inorgoglisce di più?

«Più di uno, ma di sicuro pensare che il Piemonte guiderà le aziende europee nello sviluppo del Lunar Gateway promosso tra gli altri da Nasa ed Esa è una soddisfazione. La futura stazione per missioni permanenti sulla Luna è destinata a far compiere un ulteriore salto in avanti nella corsa dell'uomo all'universo. E Torino darà il suo contributo.Non solo: avremo un ruolo anche nella missione Artemis che già il prossimo anno riporterà gli astronauti sulla Luna».

Perché la Città dello spazio è così importante?

"Perché è un progetto virtuoso attorno al quale come istituzioni lavoriamo dal 2017. Mette insieme nella stessa area tutte le competenze che questa regione ha saputo sviluppare attorno all'industria aerospaziale. E dunque le industrie, a cominciare da Leonardo, ma anche il Politecnico, con i suoi corsi ad hoc, la formazione di alta specializzazione con l'Its meccatronica e aerospazio, acceleratori come Takeoff, il programma dedicato alle startup e incubatori, compreso quello dell'Esa, l'agenzia spaziale europea. Ecco un'altra scelta che ci premia e ci rafforza nel ruolo di leadership».

Cosa serve per difendere e valorizzare questo ruolo da capitale dell'aerospazio?

«Sostanzialmente tre cose. Innanzitutto i finanziamenti. D'accordo con la Regione abbiamo deciso di incrementare ancora le risorse per attrarre qui campioni dell'aerospazio da tutto il mondo. E le prime risposte sono incoraggianti. Poi bisogna ridurre la burocrazia all'osso. Le imprese straniere che scelgono di venire a investire qui devono essere agevolate: dobbiamo evitare loro di fare i conti con gli intoppi che troppo spesso contraddistinguono il sistema Italia. Terzio punto: garantire la formazione di competenze adeguate. In tutte le figure professionali: dall'ingegnere all'operaio specializzato. Dobbiamo davvero creare con l'aiuto di università e Its un circolo virtuoso che garantisca al sistema le forze e soprattutto le competenze di cui ha bisogno. E poi sfruttare le sinergie che deriveranno da un altro importante polo che Torino si è assicurata: quello dell'Intelligenza artificiale. Senza dimenticare un potenziale sviluppo turistico, creando un museo dello spazio sull'esempio di quel che già accade a Tolosa o a Cape Canaveral. Gli appassionati non mancherebbero».

Un rendering della futura Città dell'Aerospazio di Torino, cuore della nuova vocazione manifatturiera

Sembra tutto davvero bello. Nulla che la preoccupi?

«Sì, i tempi. Passa ancora troppo tempo tra l'idea e la messa a terra dei progetti. Penso alla città dell'aerospazio ma anche al Parco della salute, al polo dell'agrifood di Grugliasco, alla città della manifattura a Mirafiori. O, ancora, all'innovation block che come Camera di commercio abbiamo pensato per le imprese del futuro. Tutti progetti chiave per dare a Torino una nuova missione ma il cui decollo è sempre difficile. E invece soprattutto in settori come l'aerospazio bisogna cogliere l'attimo. Magari per intercettare gruppi privati come quello di Elon Musk».

Che ruolo hanno gli "Aerospace& defense meeting" che per tre giorni fanno di Torino la capitale mondiale del settore?

«Sono la vetrina che serve per le ambizioni di leadership che coltiviamo. Per far vedere cosa siamo in grado di produrre. Non si può aspirare a un ruolo guida senza poter contare su una grande fiera. Come Camera di commercio ci abbiamo creduto sin da subito organizzando la prima edizione nel 2008. Da allora ogni due anni, in alternanza a Parigi, l'evento si rinnova. E soprattutto cresce. Quest'anno nei tre giorni avremo 1400 partecipanti, 400 espositori, 280 buyer in rappresentanza di oltre 30 Paesi e di colossi come Airbus, Lockheed Martin, Mitsubishi, per citarne solo alcuni. Campioni dell'aerospazio che daranno vita in tre giorni a un'agenda con oltre novemila b2b. Ma c'è di più».

Che cosa?

«Giovedì 30 si svolgerà il primo "Lunar economy summit": sarà l'occasione per approfondire le sfide dei prossimi anni, con i maggiori player globali che si confronteranno sul ritorno sulla Luna e sulle altre sfide dello spazio a cominciare dallo sbarco su Marte. Ed è bello pensare che tutto questo avvenga a Torino».

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