La trattativa di Atlantia con la Cassa depositi e prestiti per la cessione della quota dell'88% in Autostrade per l'Italia (Aspi), forse vicina a una conclusione, e l’annosa questione Alitalia, che dal 9 ottobre 2020 è stata denominata per decreto Italia Trasporto Aereo Spa, con un capitale sociale di 20 milioni di euro interamente detenuto dallo Stato, hanno riportato sotto la luce dei riflettori il tema delle partecipazioni pubbliche.
Lo Stato Imprenditore
Un settore dal passato controverso in Italia, divenuto quasi sinonimo di spreco e cattiva gestione negli anni ‘80/’90, fino alla soppressione del ministero delle Partecipazioni statali con il Referendum abrogativo del 1993, che segnò la lenta scomparsa dell’IRI (in quei giorni il settimo conglomerato al mondo per dimensioni) e l’inizio della stagione delle privatizzazioni.
Sia pur in un mondo diverso, nel quale sono talvolta gli imprenditori stessi a diventare uomini politici, il ruolo pubblico all’interno delle imprese non si è peraltro azzerato.
Un recente report dell’Istat ci rivela quali siano i dati attuali, per la precisione quelli rilevati nel 2017. Complessivamente, le unità partecipate dal settore pubblico nel 2017 sono 9.118 (-1,3% rispetto al 2016), ma quelle attive, che hanno svolto un’attività produttiva nell’anno di riferimento, sono solo 6.310 (-4,0%) e occupano 847.232 addetti (+0,1%), con una dimensione media di 134 impiegati.
Cresce viceversa il valore aggiunto realizzato dalle 3.736 imprese a controllo pubblico, cioè con partecipazione pubblica superiore al 50% (+4,4% sul 2016), superando i 58 miliardi, il 7,5% di quello totale di industria e servizi. Il 59,2% delle imprese attive sono “controllate” e il loro peso in termini di addetti è pari al 74,6%.
Le dismissioni
La flessione del numero di imprese partecipate è in atto quanto meno dal 2012 (-18%), con variazioni che oscillano a livello territoriale, dove il primato per numero di addetti spetta al Centro Italia che vanta il 55,5% del totale, con la netta prevalenza del Lazio, mentre il maggior numero di partecipate è invece nel Nord-est (28,4%) e, a livello regionale, in Lombardia (16%). A livello settoriale, prevalgono le Attività professionali, scientifiche e tecniche(14,1% di imprese) e il Trasporto e magazzinaggio per numero di addetti (36,6% ). Si distingue per un elevato numero di imprese partecipate anche il settore della Fornitura di acqua, reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento (11,9% di imprese).
Le dismissioni riguardano ormai da anni, in primo luogo, gli enti locali, dato che delle 6.310 imprese partecipate attive, sono ben 4.253 quelle partecipate direttamente da almeno un’amministrazione pubblica regionale o locale: rispetto al 2016 si registra un calo del 7,5% delle imprese e del 30,3% degli addetti, mentre i settori in cui gli enti locali sono complessivamente presenti in misura più rilevante sono l’Istruzione e le Altre attività di servizi.
Nell’insieme, al netto delle attività finanziarie e assicurative, le imprese a controllo pubblico generano oltre 58 miliardi di valore aggiunto (il 7,5% di quello prodotto dalle imprese dell’industria e dei servizi).
I settori più rilevanti restano la Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, che realizza il 65,3% del valore aggiunto dell’intero settore di riferimento e la Fornitura di acqua. reti fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento, con il 62,1% del valore aggiunto dell’intero settore di riferimento. Per il 2017 risulta in crescita il settore della Attività estrattiva con un valore aggiunto pari al 71,7% contro il 60,1% del 2016 .
Il valore aggiunto per addetto è salito a 97.068 euro (92.104 nel 2016), grazie soprattutto al settore della Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, in cui si concentrano le grandi aziende di Stato.
Al netto di tale settore, la produttività delle imprese a controllo pubblico scende a 78.224 euro.
Il costo del lavoro delle imprese a controllo pubblico rappresenta l’8,4% del costo del lavoro del complesso delle società di capitali, con un valore medio per dipendente di 51.951euro.
La retribuzione lorda rappresenta invece l’8,4%,con un valore medio per dipendente pari a 37.278 euro.
Il 79,4% delle imprese (78,3% nel 2016) ha registrato un utile d’esercizio, mentre il 20,6% (21,7% nel 2016) è in perdita: le controllate pubbliche hanno subìto perdite per circa 1 miliardo e 192 milioni di euro (contro i 2 miliardi e 156 milioni di euro del 2016) e utili per oltre 16 miliardi e 35 milioni di euro (13 miliardi e 857 milioni di euro del 2016), con un saldo complessivo positivo di oltre 14 miliardi e 843 milioni.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze è il soggetto controllante di maggiore rilevanza in termini di occupazione, con il 56,5% di addetti delle imprese a controllo pubblico, ma il maggior peso in termini di numero di imprese è rappresentato dall’insieme controllato da Province, Città Metropolitane e Comuni.
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