Buone notizie dal villaggio globale. Nel febbraio 2022 avevo scritto a proposito della Dichiarazione Ue dei diritti digitali, molto importante per chi come noi vuole un web più etico, vuole un “blue” a favore del “green”, per usare la metafora di Luciano Floridi. Il blue for green, in formule: il B4G. Trovo significativo condividere oggi diverse altre news positive circa questo percorso, che includono anche il Green Blue: il web, le tecnologie digitali che diventano più sostenibili, accessibili, inclusive, a ridotto consumo energetico. Passi importanti per ogni cittadino, la Pubblica Amministrazione e le industrie, che digitalizzandosi, non devono consegnarsi ai venditori di energia. Mai. E soprattutto di questi tempi.
Le buone notizie che registro riguardano le istituzioni che ci governano, le aziende in cui lavoriamo, gli utenti che diventano cittadini responsabili.
Il Digital Ethics Forum
Andiamo con ordine. Intanto, il 23 e 24 novembre prossimi ci sarà una nuova edizione online del Digital Ethics Forum promosso da Sloweb, con Mondo Economico main partner. Si aprirà con una lecture di Luciano Floridi, per poi continuare con due rapide sessioni dedicate a cosa le istituzioni e le aziende stanno facendo un digitale più etico. Al termine è prevista una sessione coordinata con il Movimento Consumatori, in cui Sloweb lancia il primo Osservatorio per il Consumo Digitale Responsabile nel nostro paese.
Qui Bruxelles
Il 18 ottobre scorso la Commissione Europea rilascia un comunicato stampa dedicato al risparmio di energia con specifiche azioni mirate a:
- Aiutare i consumatori a conoscere e controllare i propri consumi energetici, praticando il B4G. Non ci pare poco: come privati abbiamo prodotto per quindici anni energia elettrica da fotovoltaico senza avere dal GSE un resoconto (tantomeno un’app sullo smartphone) che indicasse la potenza erogata, e suggerisse quando usare gli elettrodomestici. Oggi chi ha un impianto PV a uso domestico deve guardare in cielo, e valutare se il sole bucherà la nebbia o meno, prima di accendere la lavastoviglie a mezzogiorno, quando peraltro molti di noi sono al lavoro.
- Mettere sotto controllo il consumo dell’intero Settore ICT, anche tramite schemi di ecoetichette per i data centers, i computer, e pure i sistemi di uso della blockhain. In breve, presto avremo una indicazione esplicita e chiara anche di quanto consuma la criptovaluta che stiamo per acquistare. Più in generale il consumo energetico del digitale viene messo sotto la lente, e azioni concrete sono adottate di urgenza. Si accelera verso un digitale sostenibile, verso un necessario Green Blue.
Transizione digitale e ambiente
Sempre in ottobre, al Salone Nazionale della CSR (Corporate Social Responsibility) è stato accolto con grandissimo interesse il seminario dedicato alla Corporate Digital Responsibility promosso da Sloweb, su cosa possono fare le aziende per usare il web meglio: raccogliere meno dati, ridurre i rischi, sprecare meno tempo e energia, comprare dispositivi più robusti (è imminente la Direttiva sulla riparabilità dei dispositivi, altra notizia positiva) riciclare meglio quelli dismessi. In breve: crescere leggeri. In termini più generali la CDR «è l’insieme di valori e di norme che guidano una organizzazione nella creazione e/o nell’uso di tecnologie digitali e di dati». Oggi per le aziende si verifica un allineamento astrale chiave, da cogliere al volo: si possono combinare transizione digitale e politiche di rispetto dell’ambiente, puntando a strategie di profitto e allineate con i migliori goal di sostenibilità delle Nazioni Unite.
Non poco si sta facendo in questi campi nell’Europa Centrale – da quasi 10 anni - e in Francia (anche se i Sustainability Report delle major ancora non riferiscono molto in merito). Anche da noi i primi segnali sono incoraggianti, e la notizia che la P.A. è stata dotata di linee guida concrete per l’accessibilità dei propri siti web è in fondo una notizia “di CDR” molto positiva.
Un giornale per la tecnologia responsabile
Non basta. È nato – trasformandosi dal precedente Orbit – un giornale scientifico dedicato esclusivamente all’uso responsabile delle tecnologie: Journal of Responsible Technology. Ci pare significativo che si interessi del come applicare le tecnologie in modo responsabile, dalla AI in poi, e si rivolga a tecnici e ricercatori in modo multidisciplinare.
La delusione
È davvero un peccato, in un contesto del genere, che il Governo Meloni abbia deciso di chiudere il ministero dell’Innovazione spostando le deleghe a un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Si è valutato che l’Italia, dall’alto delle classifiche internazionali sulla diffusione delle tecnologie digitali, può guardare con benevola indifferenza agli altri Paesi e non dedicare sforzi specifici alla innovazione e il digitale. Possiamo permettercelo?
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