«Il Black Friday? È diventato un evento a cui tutti vogliono partecipare, come a Capodanno». Domenico Secondulfo, professore ordinario all'università di Verona e sociologo dei consumi, spiega così il successo della corsa all'acquisto scontato nell'ultimo venerdì di novembre. Una crescita vertiginosa se si pensa che, secondo gli ultimi calcoli, nel 2022 il giro d'affari di questa moda importata dagli States supera i tre miliardi di euro, quasi raddoppiando gli 1,8 miliardi di dodici mesi fa. Una febbre che contagia in egual misura tutta l'Italia, privilegiando gli acquisti online: solo un italiano su tre compra in un negozio.

Professore, come si spiega questo boom negli ultimi anni?

«Merito delle grandi catene che hanno sfruttato l'evento per ottimizzare le vendite. Anzi, lo hanno costruito sfruttando al meglio le potenzialità dell'online. Perché il black Friday nato negli anni 50 nei negozi degli States e poi è cresciuto su Internet fino a diventare un evento simbolo. I primi a crederci sono stati i grandi venditori di prodotti tecnologici subito seguiti dalle altre catene».

Quanto è strategica la data?

«Sicuramente lo è. Orienta la gente già verso gli acquisti di Natale. Anzi molti comprano adesso quello che regaleranno tra un mese. E ha molto più appeal dei saldi, un retaggio degli anni '50 e '60 con quel sapore di fine stagione, di invenduto. Qui, invece, accade proprio il contrario. Spesso il black Friday diventa l'occasione per acquistare con lo sconto l'ultima novità tecnologica».

Il professor Domenico Secondulfo, sociologo dei consumi

Il lockdown ha avuto un ruolo in questo successo?

«I giorni chiusi in casa per la pandemia hanno aperto le porte dell'online a tanta gente. Diciamo che i numeri sono decuplicati. E così un evento che è nato prima di tutto in rete ha trovato terreno fertile anche dopo il Covid. In più, in questi giorni anche il fattore freddo contribuisce a far stare la gente in casa e a smanettare sul web in cerca di offerte».

Neanche superbollette e inflazione sembrano frenare il popolo delle grandi occasioni. Al black Friday in altre parole non si rinuncia. Perché?

«Perché è diventato un evento come il Capodanno. A cui tutti vogliono partecipare. Nessuno escluso. Ha un impatto simbolico ed emozionale. Replicarlo anche qui è stata un'ottima idea».

C'è un rischio?

«Che si allarghi troppo l'evento. Adesso funziona ancora sebbene da un giorno specifico, l'ultimo venerdì di novembre, si è passati a una settimana di prezzi speciali, ma allargare di più questo periodo potrebbe avere un effetto controproducente».

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Quale?

«Che si perda l'effetto legato all'occasione. O compri quel giorno o l'affare sfuma. Se si estende troppo questo periodo si ottiene il risultato opposto: la gente rimanda l'acquisto perché sa che tanto ha ancora tempo e alla fine non compra più. Ecco perché è importante mantenere l'effetto della data. Tanto è vero che alcune catene organizzano anche una sorta di countdown per accrescere l'attesa».

I negozi sotto casa rischiano di esser tagliati fuori?

«Senza dubbio questo è un evento nato e cresciuto in rete che poi sull'onda del successo si è allargato giocoforza anche ai negozi tradizionali che però non possono avere la stessa cassa di risonanza che il web assicura alle grandi catene. In più, ormai tra saldi e promozioni nei negozi lo sconto si applica tutto l'anno e viene meno anche il fattore novità».

Che cosa suggerirebbe a un piccolo commerciante per sfruttare il black Friday?

«Consiglierei di inventarsi qualcosa che segni discontinuità. Perché questo è in fondo il black Friday. Così si cattura l'attenzione. E allora il giorno prima ingaggerei dei ragazzi perché stiano in coda davanti al negozio, installerei dei passamano per creare la fila. Metterei dei manifesti che richiamino il black Friday. In altre parole, cercherei di creare l'evento, fare in modo che quella vetrina si stacchi da tutte le altre, catturi l'attenzione».

La tradizione del giro dei negozi per i regali di Natale che d'abitudine s'iniziava l'8 dicembre è definitivamente tramontata?

«Ormai la gente ha sempre meno tempo. E quello che ha lo usa per andare online: trova a portata di clic tutto quello che cerca senza dover andare in giro per la città».