“L’Rt sebbene sia contenuto con intervalli di confidenza ampiamente sotto l’uno mostra un leggero dato di ricrescita”. Così Silvio Brusaferro, presidente dell’ISS, durante la consueta conferenza stampa settimanale per il commento sui dati epidemiologici, tenuta il 7 maggio. Il breve commento sull’Rt sorvola sul titolo della slide con la quale qualche minuto prima era stato presentato il dato numerico:

Oltre alla fondamentale informazione che il dato è stato calcolato il 5 maggio, sarebbe stato più utile soffermarsi e commentare il fatto, chiaramente espresso nel titolo, che il dato di Rt ufficiale si riferisce al periodo 14 - 27 aprile, e che quindi la ricrescita rappresenta una situazione ormai passata da almeno 2 settimane e non può quindi essere utilizzata per il monitoraggio odierno. Nell’aggiornamento del nostro grafico nazionale, qui sopra, si ritrova, come consueto, il nuovo dato posizionato al 21 aprile, con l’estensione orizzontale della box azzurra che indica le due settimane, precedente e successiva al 21 aprile, per le quali il dato è rilevante.

Le date sono determinanti nel monitoraggio: continuando a commentare come odierno un dato vecchio di tre settimane si alimenta la confusione e la sfiducia verso i criteri di monitoraggio. Ed ecco che leggiamo su Repubblica l’analisi dei governatori delle regioni: L'Italia in giallo, sale solo l'Rt. I governatori: "Va abolito"

E’ un po’ come se, mentre guardiamo il tachimetro per controllare la velocità dell’auto, ci accorgessimo che è rotto e porta ritardo, e, invece di aggiustarlo, decidessimo di abolirlo! La stessa analisi dei governatori è sbagliata perchè identifica la causa della risalita dell’Rt nella sua instabilità quando i numeri sono piccoli, mentre il problema è molto più semplice: non è l’Rt di oggi.

Che l’Rt così come è calcolato dall’ISS sia inutile lo sa anche l’ISS, che infatti ha incentrato la maggior parte dei commenti della conferenza stampa sul dato dell’incidenza. Ma l’incidenza, che è il totale dei nuovi casi nei 14 giorni precedenti non può essere un valido sostituto, per almeno tre motivi.

Il primo: non è confrontabile nel tempo ed è di gran lunga più suscettibile al numero di tamponi e alle variazioni settimanali, di quanto non sia un Rt calcolato bene, come il nostro.

Il secondo: l’ISS calcola l’incidenza sui casi sintomatici, per i quali deve comunque aspettare almeno due settimane di consolidamento del dato, e quindi saremmo da capo con il ritardo.

Il terzo: l’incidenza non ci dice nulla sulla velocità di diffusione dell’epidemia, a meno di non guardare con molta attenzione le sue variazioni giorno su giorno, che poi altro non sono che l’indice Rt.

Come esempio, prendiamo il nostro calcolo odierno, sui dati al 7 maggio: l’Rt sui nuovi casi per data notifica (dati Protezione Civile) vale 0,84 (0,77 - 0,93) e presenta una modesta flessione al rialzo, ovvero un lieve aumento della velocità di diffusione.

La stessa informazione potrebbe essere dedotta dall’incidenza o dai nuovi casi (che sono la stessa cosa) osservando nel grafico seguente che il trend dei nuovi casi sta “diminuendo di meno”, ma sarebbe una conclusione solo qualitativa, che non ci darebbe un numero e quindi non sarebbe utile per prendere decisioni:

Al contrario, il calcolo puntuale dell’indice Rt, che pubblichiamo su Mondo Economico, e di cui sono disponibili tutti gli algoritmi e i sorgenti qui su Github, rappresenta una valida alternativa per “aggiustare il tachimetro rotto”, come ripetiamo da novembre, cedendo solo una minima parte di precisione per non dover aspettare 3 settimane.

Da oggi aggiungiamo un grafico riepilogativo per rendere più immediato il raffronto tra le diverse regioni, delle quali 17 sono al di sotto del valore critico, 2 sono a 1 e 2 hanno l’Rt maggiore di 1.

 

  • Abruzzo: 1,29 (1,02 - 1,57)
  • Basilicata: 0,83 (0,63 - 1,03)
  • Calabria: 0,99 (0,82 - 1,15)
  • Campania: 0,84 (0,77 - 0,91)
  • Emilia-Romagna: 0,86 (0,77 - 0,95)
  • Friuli Venezia Giulia: 0,93 (0,67 - 1,21)
  • Lazio: 0,93 (0,85 - 1,00)
  • Liguria: 0,62 (0,51 - 0,74)
  • Lombardia: 0,90 (0,81 - 0,99)
  • Marche: 1,08 (0,90 - 1,27)
  • Molise: 0,86 (0,46 - 1,29)
  • A. Bolzano: 1,08 (0,71 - 1,47)
  • A. Trento: 0,96 (0,69 - 1,25)
  • Piemonte: 0,85 (0,75 - 0,95)
  • Puglia: 0,73 (0,63 - 0,83)
  • Sardegna: 0,78 (0,63 - 0,95)
  • Sicilia: 0,76 (0,60 - 0,91)
  • Toscana: 0,80 (0,71 - 0,89)
  • Umbria: 1,00 (0,76 - 1,25)
  • Valle d'Aosta: 0,90 (0,59 - 1,22)
  • Veneto: 0,91 (0,80 - 1,02)

 Concludiamo con l’andamento temporale per singola regione:

 

 

 

 

Fonte: elaborazione di Stefano Terna per Mondo Economico su dati Protezione civile e ISS