Il governo britannico ha messo in pratica la prima operazione concreta contro gli stipendi della City, varando una supertassa (1) a carico delle banche – operativa da subito, a differenza di tutte le altre  tassazioni che inizieranno dal 2011 – che andrà a colpire i bonus al di sopra delle 25 mila sterline. È una misura d’invito alla moderazione, ha detto Lord Mandelson (2), cercando di calmare il furore della città finanziaria londinese, ma le reazioni non sono state moderate.


Si moltiplicano le analisi sulle conseguenze della supertassa, la prima è naturalmente la fuga dalla City di menti e investimenti che andranno a trovare rifugio in lidi più benevoli. L’iniziativa ha subito trovato consensi in Europa (3), con Nicolas Sarkozy che ha deciso di seguire la stessa via e con Angela Merkel propensa a farlo, ammesso che i liberali della sua coabitazione non si mettano di traverso. Anche negli Stati Uniti,  alcuni – i più radicali, come lo «Huffington Post» (4) – hanno detto che sarebbe il caso di valutare attentamente la strategia inglese, anche se pare piuttosto improbabile che l’Amministrazione Obama prenda in considerazione l’ipotesi.
 
La misura in sé non è del tutto sbagliata, ma nasconde un problema enorme con ripercussioni gravi sul futuro della stabilità finanziaria globale: la supertassa serve a nascondere sotto al tappeto la polvere di una riforma o quantomeno di una regolamentazione del sistema che non è nelle intenzioni politiche di alcuna nazione. I rischi legati all’esuberanza e all’irresponsabilità del sistema finanziario non sono stati affrontati né ridotti. E così il Vecchio Continente pare aver trovato la sua exit strategy dalla crisi: tassare chi ha le spalle più larghe, partendo dai più invisi all’opinione pubblica, i banchieri per l’appunto.
 
E, stando alle prime reazioni, non c’è da aspettarsi grande opposizione a questa strategia. Non certo da parte dei conservatori britannici, che, secondo la maggioranza dei commentatori, vinceranno le elezioni della primavera prossima. Il partito è spaccato in due. Ci sono i liberisti che fanno capo al Centre for Policy Studies – il centro studi cui faceva riferimento Margaret Thatcher – che dicono: basta con i tentennamenti, se il Labour fa la politica delle tasse, noi dobbiamo fare la politica della crescita, tagliare le tasse e rilanciare l’economia. Nel paper (5) pubblicato mercoledì, Lord Forsyth e Corin Taylor spiegano come soltanto così – è la nota curva di Laffer – il paese che per primo è entrato in recessione e che sarà l’ultimo a uscirne può accelerare la ripartenza.
 
Ma David Cameron non ha mai mostrato di voler seguire questa strada, nonostante le tentazioni di parte del suo team.

Neppure il fatto che la City abbia iniziato a finanziare in modo massiccio la campagna dei Tory è riuscito a cambiare le cose, e anzi, stando alla copertina di «New Statesman» (6), economisti e banchieri sono sempre più spaventati da «Boy George», George Osborne, che farà il cancelliere dello Scacchiere se i Tory vinceranno le elezioni. In più si registra nelle ultime settimane l’ascesa del king philosopher Phillip Blond, ex teologo a capo di un think tank – ResPublica – considerato espressione dell’ala sinistra dei Tory. Ideatore del «Red Torysm», Blond è anti-mercato e anti-capitalismo, dice che la crisi è stata causata proprio dal capitalismo e che soltanto un ritorno a forme di solidarietà può portare un equilibrio nel mondo (7). Quanto pesi Blond nella formazione del pensiero conservatore ancora non si sa, quel che è certo è che Cameron al momento si è detto d’accordo sulla supertassa e non ha chiesto ulteriori riforme.



(1) http://www.guardian.co.uk/uk/pre-budget-report

(2) http://www.guardian.co.uk/politics/2009/dec/09/mandelson-bankers-bonus-tax-teach-lesson

(3) http://www.dailymail.co.uk/news/article-1234964/Brown-claims-victory-France-Germany-look-set-follow-UK-supertax-bankers.html

(4) http://www.huffingtonpost.com/2009/12/11/europe-exceeds-us-in-bank_n_388622.html

(5) http://conservativehome.blogs.com/files/forsyth-paper.pdf

(6) http://www.newstatesman.com/uk-politics/2009/12/shadow-chancellor-osborne-city

(7) http://blogs.wsj.com/iainmartin/2009/11/30/the-problem-with-phillip-blond-hes-wrong-about-markets