All’Asset allocation «strategica» affianchiamo l’Asset allocation «tattica». La prima continuerà a uscire mensilmente, la seconda invece esce settimanalmente.

Presentazione dell'Asset allocation tattica
 
Qual è la differenza fra le due? L’Asset allocation strategica (AAS) elabora la propria previsione dall’esperienza professionale cumulata da chi materialmente la scrive, tenendo conto delle novità. È elaborata senza un modello formale – per capirsi, un modello con le equazioni. L’Asset allocation tattica (AAT), al contrario, elabora la propria previsione da un periodo di apprendimento – dal 1997 all’estate del 2008 – ed è un modello formale. Tecnicamente parlando è una rete neurale, di cui non diciamo quali sono le variabili in ingresso né quale sia l’algoritmo perché un economista e un econometrico (bravi) potrebbero riprodurla.
L’AAT prende posizione sulle azioni, le obbligazioni e la liquidità degli Stati Uniti su un orizzonte temporale di due mesi. Non prende posizione sulle attività finanziarie degli altri paesi. L’influenza degli Stati Uniti è però tale che il produrre previsioni ragionevoli sul mercato finanziario più efficiente è già una buona cosa. Il benchmark, ossia il riferimento della rete neurale, è un portafoglio da fondo pensione: 40% azioni, 40% obbligazioni, 20% liquidità. Se le azioni sono intorno al 20% del portafoglio suggerito, abbiamo un’indicazione di mercati fragili. Se le azioni consigliate sono fra il 20% e il 40%, si ha un’indicazione di mercati azionari meno fragili. A partire dal 40%, l’indicazione è d’investire in azioni. Se le azioni consigliate dal modello sono poche, come sono poche anche le obbligazioni, ossia se il modello invita a investire in titoli di stato a breve, allora abbiamo un’indicazione alla prudenza.

 
I risultati della rete neurale
 
L’ultima elaborazione della rete neurale mostra una variazione marcata della quota obbligazionaria a danno della quota monetaria, con una quota azionaria ancora molto modesta.
 

Discussione dei risultati
 
I rendimenti delle obbligazioni a lungo termine sono saliti molto, e quindi la rete neurale li giudica attraenti. La nostra tesi è che i rendimenti – in presenza di un debito pubblico in forte ascesa – non possano che salire ancora. E dunque che le obbligazioni non siano attraenti. La rete neurale pensa, invece, che le obbligazioni siano già oggi un «buon» investimento. Attenzione, non un «gran» investimento, infatti la quota di obbligazioni è simile a quella del benchmark, non molto superiore. Vedremo se i rendimenti nel prossimo futuro si stabilizzeranno, come asserisce la rete neurale, oppure se continueranno a salire, come asseriscono i nostri neuroni.

    
22 maggio 2009 Azioni Obbligazioni Liquidità
Benchmark 40% 40% 20%
Rete neurale 18% 28% 54%

28 maggio 2009

Azioni

Obbligazioni

Liquidità
Benchmark 40% 40% 20%
Rete neurale 17% 43% 40%

  


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