Il rendimento dei titoli di stato tedeschi a lungo termine era sceso moltissimo – fin sotto il 2% - perché l'obbligazione tedesca a dieci anni (il Bund) era considerato il porto sicuro nel corso della crisi dei debiti pubblici europei. Un rendimento così basso – inferiore al tasso di inflazione – può – seppur con fatica – essere giustificato se la crisi mette in grave difficoltà tutti i debiti pubblici, tutti tranne quello tedesco.
Da quando si cerca – con il fondo EFSF - di salvare il debito dei paesi mal messi e di ricapitalizzare le banche, questi rendimenti nulli - al netto dell'inflazione - non sono più giustificati. Infatti, se qualcosa si blocca – il debito greco non viene ripagato in tutto o in parte, il salvataggio delle banche non produce un reddito sufficiente per i sottoscrittori degli aumenti del capitale -, la Germania si trova a dover pagarne il costo. Il costo dei salvataggi si ripartisce secondo il peso dei paesi. La Germania è il maggior contributore del fondo EFSF, seguita dalla Francia e dall'Italia. Esiste perciò un rischio di vedere crescere il debito pubblico tedesco.
Per questa ragione – la possibile crescita del debito pubblico al di là di quanto generato dai deficit correnti di bilancio - è chiesto un rendimento maggiore alle aste. Il rendimento del Bund resta molto basso, ma non è più basso come quello di una volta. Ieri alle aste il Tesoro germanico non è riuscito a collocare tutto il debito in offerta. Ne ha collocato quattro quinti.
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