Accendi la televisione, su Msnbc, emittente liberal americana, e c’è un signore con la faccia lunga che parla di attentato alla democrazia. Cielo, l’allarmismo di sinistra. Giri, metti su Fox News, ammiraglia conservatrice, e c’è un altro signore che parla di riciclaggio di denaro, la fine della trasparenza tra soldi e politica. Che cosa sta succedendo nell’America elettorale?
La risposta è una sigla: super Pac, dove Pac sta per Political Action Committee, cioè una di quelle associazioni che veicolano i soldi elettorali. In seguito alla sentenza SpeechNow.org v. Federal Election Commission. del 2010 emessa dalla Corte suprema, sono stati creati questi super Pac che permettono di raccogliere fondi senza limiti, purché non ci sia un legame diretto tra il super Pac e il candidato che il comitato sostiene. Ma tutti sanno chi sostiene chi (1), non c’è bisogno che alla fine degli spot ci sia una dichiarazione d’approvazione di un candidato o di un altro.
I super Pac devono dichiarare da chi arrivano i soldi, per quanto poi possano veicolarli senza dover chiedere il permesso a nessuno. Accanto a loro però ci sono dei comitati previsti da un’altra eccezione alle regole dei Pac – i 501(c)(4) – che possono raccogliere fondi senza dover svelare chi è l’investitore, e poi possono girarli ai super Pac. E’ così che un comico come Stephen Cobert è riuscito a candidarsi in South Carolina e a dimostrare fisicamente che, come dice lui, “non c’è alcuna differenza con il riciclaggio di denaro”.
Grazie a questi nuovi comitati, le primarie repubblicane sono state invase di soldi, spesi in attacchi personali ai vari candidati (il più famoso è il documentario contro Mitt Romney (3), quello in cui si mette sotto accusa il capitalismo, un altro cortocircuito di questa stagione elettorale). Mentre il super Pac di Barack Obama, Priorities Usa, ancora deve muoversi in modo significativo, può ancora permettersi di guardare – anche se c’è chi sostiene che è indispensabile posizionarsi subito (4). Formalmente anche Priorities Usa non è legato a Obama, anche se è diretto da Bill Burton e Sean Sweeney, il primo ex numero due dell’ufficio stampa della Casa Bianca e il secondo consigliere senior di Rahm Emanuel.
Ma per la legge l’importante è che non ci sia traccia di un rapporto diretto tra super Pac e candidato (cioè Obama deve far finta di non sapere che attacchi saranno fatti agli avversari e semmai deve prenderne le distanze), come racconta candidamente qui l’uomo forte del super Pac di Newt Gingrich (5).
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http://www.nytimes.com/2012/01/08/magazine/stephen-colbert.html?pagewanted=all
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http://nation.foxnews.com/mitt-romney/2012/01/11/here-it-isthe-full-romneybain-documentary
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http://motherjones.com/politics/2012/01/top-donors-2012-election-romney-obama-gingrich
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