Era in corso la campagna ministeriale che invitava a “fare più figli”. Nel giro di un paio di giorni è stata congelata. Il documento alla base della campagna è dello scorso anno e lo trovate qui (1). Una volta i figli in gran numero servivano a “impugnare le molte baionette”. Ma oggi?

 

Una spiegazione plausibile della campagna ministeriale è quella che asserisce che va evitata la riduzione della popolazione giovane, perché altrimenti non si riuscirà a mantenere un numero crescente di anziani se non con grande difficoltà. Si ha chi sostiene che il problema della de-crescita della popolazione giovane etnica a fronte di una forte crescita di quella anziana e quindi bisognosa di cure sanitarie e pensionata possa essere risolto con l'arrivo di numerosi giovani extra-comunitari. Qui trovate una argomentazione contraria a questa tesi, che ruota intorno al nodo della loro non facile assimilazione (2). Qui trovate un'altra argomentazione contraria in cui si sostiene che l'Italia – a differenza degli Stati Uniti - può attrarre soprattutto emigrati a bassa istruzione il cui probabile basso reddito difficilmente potrà alimentare la sanità e le pensioni (3).

Il fenomeno del calo demografico è complesso e su di esso sono state scritte intere biblioteche. Al prezzo di esagerare nella sintesi possiamo dire che la scolarizzazione femminile è una parte della spiegazione, l'altra essendo lo sviluppo economico combinato con lo stato sociale. I figli non sono più manodopera senza istruzione da adoperare nel lavoro dei campi, e il loro ruolo di paracadute della vecchiaia è sostituito dai sistemi pensionistici (i figli “in solido” pagano le pensioni dei propri genitori e di quelli altrui). Ossia, da quando fare figli è diventato una libera scelta delle donne ed un atto altruistico per tutti, perché non devono lavorare i campi e mantenerti nella vecchiaia, se ne fanno molti di meno (sic). Se così fosse, allora non sarà il ritorno al passato con le donne analfabete sempre gravide e vestite di nero la soluzione del problema demografico (4).

La soluzione (già ma come arrivarci?) è alzare il numero di figli per donna da sotto due dove è oggi, ad appena sopra due, che è il tasso di sostituzione di una popolazione che resti costante. Sempre messo che una popolazione di giovani calante sia un dramma.

La crescita del numero di anziani può, infatti, essere gestito: 1) all'Eschimese o all'Indiana d'America – raggiunta una certa età, gli anziani si ritirano fuori dal villaggio e muoiono di stenti. Una soluzione nemmeno proponibile, perché per quanto si sia atei, la sacralità della persona (sacralità portata al punto che anche il suicidio è vietato) è al fondo della cultura giudaico-cristiana che abbiamo assimilato. 2) la produttività cresce poco e quindi il reddito cresce poco, intanto che la popolazione cresce; in questo caso la quota di reddito che i giovani devono girare agli anziani non è eccessivo, e quindi la vicenda è gestibile. 3) la popolazione non cresce o decresce, mentre la produttività esplode, e si ha la stessa situazione di sub 2).

Perciò al fondo della questione si ha la produttività che, se bassa con una popolazione in crescita, consente di mantenere gli anziani, se, invece, è alta con una popolazione stagnante o in leggero calo consente di mantenere gli anziani. Questi sono i termini generali del problema. L'argomentazione che sostiene che il nodo della dinamica delle pensioni sia meno drammatico di quanto in molti pensino la trovate qui (5).

1 - http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?lingua=italiano&menu=notizie&p=dalministero&id=2083

2 - http://www.ilfoglio.it/esteri/2016/08/13/immigrazione-italia-demografia___1-v-145846-rubriche_c309.htm

3 - http://www.ilfoglio.it/economia/2015/09/01/migranti-welfare-e-tecnologia-selezionano-immigrazione-verso-europa___1-v-132319-rubriche_c224.htm

4 - http://www.ilfoglio.it/preghiera/2016/01/29/perch-la-laurea-delle-donne-una-causa-del-declino-demografico___1-vr-137590-rubriche_c107.htm

5 - http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/ricerche/4381-la-transizione-demografica-schema.html

http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/ricerche/4127-ancora-sul-nodo-delle-pensioni.html

http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/ricerche/4438-il-debito-pubblico-futuro.html

http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/commenti/3767-la-societ%C3%A0-signorile-di-massa.html

http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/ricerche/4185-sotto-l%E2%80%99ombrellone-il-bamboccione.html

http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/ricerche/961-vecchiacci-metria.html

La su esposta argomentazione è stata ripresa qui:

http://www.rivistastudio.com/standard/fertility-day-italia-dibattito/