Gli argomenti di questa settimana: 1 - che cosa prevedono i ricchi; 2 - si punisce il Qatar perché l'Iran intenda; 3 – delle statistiche sulle elezioni italiane, e, infine, 4 – dove si possono cercare i segnali di un possibile terremoto.
1 – che cosa prevedono i ricchi
L'UBS (1) ha intervistato quasi tre mila milionari di sette Paesi - Giappone, Hong Kong, Singapore, Svizzera, Italia, Messico e Regno Unito. Quasi tutti gli intervistati credono che viviamo nel più imprevedibile dei mondi, addirittura da quando si ha memoria storica (‘the most unpredictable period in history’). SI ha un gran timore di volatilità sociale e politica, che però, a sua volta, è subissata dal gran timore di volatilità economica e finanziaria. Perché mai?
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Una buona maggioranza sostiene nelle interviste di soffrire di un eccesso di informazioni (‘information overload’), che è come dire che più informazioni si hanno, più appare imprevedibile il mondo. Ovvero, al contrario, meno si sa, meno si teme …
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Non di meno gli intervistati pensano che se la caveranno, diversificando gli investimenti.
I milionari vedono quindi dei gravi rischi nel breve termine, ma pensano che nel lungo termine le cose si aggiusteranno ('the longer term brings more certainty'). Come mai i milionari pensano che alla lunga le cose si aggiustano? Azzardiamo un'ipotesi finanziaria ed una politica, entrambe basate sull'esperienza.
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I mercati finanziari alla lunga sono sempre saliti malgrado ben due guerre mondiali e ben due rivoluzioni maggiori, quella russa e quella cinese (2). Perciò si può pensare (ecco un ragionamento per induzione) che le cose possano ripetersi e quindi andare allo stesso modo.
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Alle Democrazie è andata sempre bene, ma poteva anche andar male. Poiché il versante negativo degli eventi non si è palesato, allora è sorto l'auto-compiacimento (3).
2 – timeo sauditi et dona ferentes / II
Riprendiamo il discorso della scorsa settimana (4). “ Fino alla rivoluzione khomeinista l'Iran e l'Arabia Saudita facevano parte della stessa coalizione schierata con gli Stati Uniti. Poi l'Arabia è rimasta sotto l'ombrello statunitense, mentre l'Iran è andato, fino a poco tempo fa, allo scontro. I due contendenti sono limitrofi - le genti di osservanza sunnita e sciita vivono anche intorno al Golfo Persico, dove si concentra il grosso dell'attività e del commercio petrolifero, nonché il grosso delle riserve mondiali. I sauditi nel timore che gli Stati Uniti possano un giorno ritirarsi dal Medio-Oriente lasciando mano libera ai persiani, che sono molto più numerosi e che non sono, a differenza loro, una congerie di tribù, hanno cercato – non riuscendoci - di usare il prezzo del petrolio in caduta per indebolire l'avversario. Complica il già complicato scenario la visita di Donald Trump in Arabia Saudita. Laddove il presidente sembra aver sposato la causa sunnita, indicando nei persiani “il” nemico, con ciò ribaltando la politica di apertura all'Iran di Barack Obama (4). Facendo così, Trump va nella direzione di rafforzare i sauditi che sono interessati ad avere una crisi con l'Iran (5). Infine, va ricordato che i sauditi non sono un amico “innocente”, perché sono sia degli alleati, sia dei finanziatori di una parte del fondamentalismo (6), sia, infine, impermeabili ai diritti dei cristiani che vivono in Arabia (7)”.
Ed ecco che lunedì scorso l'Arabia Saudita, insieme all'Unione degli Emirati Arabi, il Bahrein, e l'Egitto, ha minacciato di tagliare i rapporti diplomatici e di chiudere le frontiere con il Qatar, che, peraltro, importa quasi tutto il cibo che consuma (8). Il tutto sulla base dell'accusa di avere delle simpatie iraniane e di finanziare il fondamentalismo (9). Il Qatar è un Paese minuscolo – ha circa due milioni di abitanti, ma ha un sottosuolo inverosimilmente ricco. Pochi e inondati di idrocarburi come sono hanno accumulato un'enorme ricchezza – oltre trecento miliardi di euro - che è gestita dal loro fondo sovrano (10). Lunedì scorso il prezzo del petrolio non ha risentito di questa crisi politica, anzi è flesso (11).
3 – sulle elezioni italiane
Si hanno per i primi cinquanta anni (1946-1993) un sistema proporzionale puro (12). Poi si ha una decina d'anni (1994-2005) con un sistema maggioritario corretto - il “Mattarellum” (13). Quest'ultimo seguito (2005-2013) da un sistema proporzionale corretto - il “Porcellum” (14). Nel 2015 era, infine, emerso un quarto sistema con un premio di maggioranza. Sistema che, con il secondo turno, garantiva l'affermazione di una maggioranza – l'”Italicum” (15). Quest'ultimo è stato bocciato dalla Corte Costituzionale insieme al Porcellum (16). Sul giudizio della Corte si hanno delle serie riserve (17). Oggigiorno si sta definendo un quinto sistema, che è di nuovo proporzionale, ma con una soglia di sbarramento elevata (*).
Fatta la premessa, disponiamo i dati per la durata dei governi (asse verticale) lungo il corso del tempo (asse orizzontale): il primo grafico del testo (18). Si scopre una cosa arci nota, ossia che dal 1946 al 1993 i governi duravano – con qualche eccezione – poco, mentre dopo dal 1994 in poi – con qualche eccezione - sono durati molto. Da qui l'origine dell'osservazione sui troppi governi della prima Repubblica, come prova dell'ingovernabilità. Un giudizio basato sull'eguaglianza: lunga durata dei governi = governabilità. Vi sono state delle Legislature (la II, la VI, e la IX) con ben sei governi: il quinto grafico (18). La rotazione dei molti governi non richiede però che le legislature durino poco. Se si osserva la durata delle diverse legislature (19), si vede, infatti, che molte sono giunte alla scadenza naturale dei cinque anni, oppure in prossimità. Perché le cose andavano in questo modo? Non potendoci essere un'alternanza in Italia fino alla caduta dell'URSS, i molti governi riflettevano l'alternarsi non dei partiti in concorrenza, ma delle correnti del partito di maggioranza: si avevano così molti governi, ma entro una legislatura.
4 – i segnali di un possibile terremoto
La gran parte degli indici delle condizioni finanziarie non mostra alcun chiaro segnale capace di anticipare con chiarezza le crisi (20). Osservando il grafico (21) non si vedono, infatti, segnali di sorta. Nonostante le sue molte variabili, la succitata serie non mostra nulla di fondamentalmente diverso da quanto si ricaverebbe osservando semplicemente i rendimenti delle obbligazioni ad alto rischio (22). Nessuna speranza di anticipare le crisi? Vi sono dei segnali che si può anticipare una crisi, ma i modelli in grado di predire sono oscuri e poco diffusi. Uno mostra come la quota di debito d'impresa emesso dagli emittenti meno solidi predice la numerosità dei fallimenti futuri (23). L'altro prova ad anticipare le crisi confrontando il debito a breve termine emesso dal settore privato con quello emesso dal settore pubblico (24).
1 - https://ftalphaville.ft.com/longroom/content/71231
3 - Per il versante positivo: David Runciman, The Confidence Trap, Princeton 2013. Il versante negativo avrebbe però potuto palesarsi: Mark Mazower, Le ombre dell'Europa, Garzanti 2013.
5 - https://www.ft.com/content/42aa841a-3fba-11e7-9d56-25f963e998b2
6 - https://www.foreignaffairs.com/articles/saudi-arabia/2016-03-07/saudi-arabia-needs-crisis
7 - https://www.ft.com/content/aee1eb48-452b-11e7-8519-9f94ee97d996
11 - https://markets.ft.com/data/commodities/tearsheet/summary?c=Brent+Crude+Oil
12 -https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_elettorale_italiana_del_1946
13 - https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Mattarella
14 - https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Calderoli
15 - http://www.ilpost.it/2015/04/17/italicum/
16 - https://it.wikipedia.org/wiki/Legge_elettorale_italiana_del_2015
18 - http://noisefromamerika.org/articolo/minotauri-suini
19 - https://it.wikipedia.org/wiki/Legislature_della_Repubblica_Italiana
20 - https://ftalphaville.ft.com/2017/05/26/2189361/measuring-financial-conditions-in-poorer-countries/
21 - https://fred.stlouisfed.org/series/NFCI
22 - https://fred.stlouisfed.org/series/BAMLH0A0HYM2
24 - http://scholar.harvard.edu/files/stein/files/credit_market_sentiment_and_the_business_cycle_final.pdf
(*) due autori sul quinto sistema elettorale. Il primo è abbastanza a favore, il secondo è molto scettico.
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