Proviamo ad osservare alcuni fenomeni dell’economia con una lente “epidemiologica” (*). Tanto più oggi che le epidemie - a causa del coronavirus - sono sulla bocca a di tutti.

Il ragionamento di Shiller ipotizza - ma in proposito si hanno delle verifiche empiriche - che il cervello umano sia propenso a generare e ad assorbire le narrazioni, sia che queste abbiamo una base fattuale sia che non l’abbiano. Con il termine narrazione si definisce una storia con un racconto semplice cui è collegata una spiegazione intorno all’origine de racconto altrettanto semplice. Una narrazione con queste caratteristiche - semplice nella sua apparenza, e semplice nelle sue cause - compare nelle conversazioni così come nei “social media”. E si diffonde facilmente perché fa leva sull’interesse che gli umani provano (ovviamente) verso le vicende umane. E si diffonde soprattutto se la leva è racchiusa in un involucro che suscita emotività.

Le narrazioni maggiori in economia e la loro diffusione sono state studiate. La diffusione delle narrazioni ha una struttura simile a quella delle epidemie propriamente dette. Nel caso degli Stati Uniti, alcune delle narrazioni maggiori sono state: i codiddetti "profittatori" dopo la Prima guerra, il Grande crash del 1987, la curva di Laffer, quella che asserisce che il taglio delle liquote d'imposta è compensato dal maggior gettito fiscale, la Grande depressione degli anni Trenta di cui si parla soprattutto a causa della Grande recessione iniziata nel 2008.

Queste narrazioni seguono nel loro diffondersi una logica simile a quella delle epidemie (sic). Si immaginino le epidemie come un modello matematico. Le epidemie tripartiscono la popolazione nei suscettibili (S), negli infettati (I), e nei recuperati (R). Laddove S è il numero di soggetti sensibili, persone che non hanno ancora avuto la malattia e sono vulnerabili. Laddove I è il numero di infettati e infettivi, ossia le persone che hanno la malattia e la stanno diffondendo. Laddove, infine, R è il numero di guariti..

Come mostra il primo grafico qui sotto, all’inizio si hanno i soggetti suscettibili (S), poi da questa popolazione emergono i soggetti infettati ed infettivi (I), e, infine, si hanno i guariti, che, al netto dei trapassati, corrispondono alla popolazione guarita dal virus. Come mostra il primo grafico, la popolazione infetta e infettiva esplode dopo poco tempo dall'arrivo del virus, formando un picco molto alto, intorno al sessanta per cento dei suscettibili, per poi flettere fino ad annullarsi.

Il modello - si tenga presente che è un andamento stilizzato - delle epidemie aiuta a comprendere la diffusione delle narrazioni in altri campi Si prendano quelle dell’ultima crisi economica - quella iniziata nel 2008. Il secondo grafico mostra che si ha un’esplosione nei giornali dell’espressione “grande depressione", quella degli anni Trenta, in concomitanza con la "grande recessione”, quella di dieci anni fa. Si noti che l'esplosione si ha dopo che la  grande recessione, che richiama la grande depressione, si è manifestata. Nei libri la medesima espressione è molto meno diffusa.

Dopo l’ascesa iniziale esplosiva si ha un notevole caduta della diffusione nei giornali dell’espressione “grande depressione / recessione”. Proprio come nel modello delle epidemie.

Possiamo interpretare la caduta ultima dei corsi delle azioni - le attività finanziarie più rischiose in caso di crisi, e l’ascesa dei corsi delle obbligazioni - le attività finanziarie meno rischiose in caso di crisi, alla luce del suesposto modello. Si ha un picco di caduta delle azioni e di ascesa delle obbligazioni in sincronia con la diffusione del panico da coronavirus. Non con gli esordi del virus, ma quando la sua diffusione è improvvisamente percepita - vero o mneo - come - "virale". Poi con la minor crescita della diffusione del virus si dovrebbe avere una prima una minor caduta delle azioni e una prima minor ascesa dello obbligazioni. Con la messa sotto controllo del virus - perché si trova il rimedio, oppure perché la popolazione che può infettarsi si è esaurita, si dovrebbe, infine, avere il ritorno alla normalità dei corsi delle attività finanziarie.

 

coronavirus1
coronavirus1

 

coronavirus2
coronavirus2

 

(*) Il ragionamento del 2017 - diventato due anni dopo un libro - è del premio Nobel per l’economia Robert Shiller:  https://cowles.yale.edu/sites/default/files/files/pub/d20/d2069.pdf.

Il ragionamento è stato ripreso qui: https://www.linkiesta.it/it/article/2020/02/26/economia-epidemie/45565/