Molti sostengono che le elezioni nel Regno Unito abbiano premiato la crescita promossa dai Tories, altri sostengono che sia stata premiata l'austerità promessa dai Tories. Ricordiamo che i Tories avevano vinto le elezioni precedenti, quelle del 2010.
Vediamo i numeri. Il deficit pubblico sul PIL britannico è stato il doppio di quello italiano (def-IT,def-GB). Il saldo fra le entrate e le uscite prima del pagamento degli interessi – il saldo primario – è positivo in Italia – ossia lo stato spende meno di quanto incassi – ed è fortemente negativo in Gran Bretagna – ossia lo stato spende molto più di quanto incassi (sp-IT, sp-GB). Nel periodo il debito pubblico britannico è più che raddoppiato (deb-IT, deb-GB).
Abbiamo avuto una politica fiscale ultra austera in Italia ed ultra espansiva in Gran Bretagna. Non desta perciò meraviglia che il PIL britannico sia cresciuto - vera l'esistenza di un moltiplicatore positivo della spesa pubblica in deficit - a differenza del nostro. Questo relativamente alla crescita promossa dai Tories.
Fonte:http://www.imf.org/external/pubs/ft/fm/2015/01/pdf/fm1501.pdf
In un sistema maggioritario e bipolare ciò che determina vittoria e sconfitta sono i voti che transitano da un partito all’altro. Alle ultime elezioni i conservatori sono - come voti - cresciuti dello 0,5 per cento, i laburisti del 1,5 per cento, ed insieme hanno avuto il 67 per cento dei voti. In passato i due partiti arrivavano ad avere il 90 per cento dei voti. I fatti rilevanti dal punto di vista elettorale non riguardano perciò i conservatori e i laburisti: il boom dello Scottish National Party e il crollo dei liberal-democratici sono gli eventi. I primi hanno tolto seggi ai Laburisti, i secondi hanno dato seggi ai Conservatori. Qui trovate i numeri:
http://www.theguardian.com/politics/ng-interactive/2015/may/07/live-uk-election-results-in-full
Veri i numeri, possiamo certamente affermare che i Conservatori sono stati premiati in termini di seggi, ma non possiamo affermare la stessa cosa in termini di voti. Perciò mettere semplicemente in relazione la crescita economica che si avuta con i Tories con la loro affermazione elettorale non è molto convincente.
Per quel che riguarda l'austerità promessa – una minore spesa pubblica pari al 35% del PIL a fronte di un gettito d'imposta invariato, pari al 35% del PIL, ossia dei numeri simili a quelli degli Stati Uniti e dell'Australia - si è aperto il dibattito. Questi numeri – come ovvio - si raggiungono senza grandi frizioni politiche solo con una spesa pubblica diventata più efficiente e con una elevata crescita. Riportiamo la posizione scettica:
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