Mesi fa, analizzando le vie d'uscita dalla crisi della Grecia, si poteva sostenere che la quinta delle opzioni a disposizione fosse ancora in gioco e che fosse anche la preferibile (1): “un ammorbidimento del processo di controllo del debito con un piano di investimenti in infrastrutture per rilanciare l'economia. I partiti greci potrebbero dire che hanno negoziato, salvando così la faccia, e gli europei potrebbero evitare una crisi che potrebbe riverberarsi sugli altri paesi “mal messi””. L'accordo raggiunto in questi giorni è stato quello di un ammorbidimento del processo di controllo del debito pubblico greco.

Sia la Grecia sia gli altri stati europei avevano l'obiettivo di tenere la Grecia nell'euro per evitare una crisi maggiore in Grecia e di evitare un possibile “effetto domino” (2) negli altri Stati europei (3). Il costo del salvataggio della Grecia è elevato, ma è una goccia a confronto a quanto costerebbe una crisi che, alla fine, dopo la Spagna, lambisse prima l'Italia e poi addirittura la Francia. La conclusione del ragionamento era che, se i politici e i banchieri centrali fossero stati “avversi al rischio” (=meglio una grossa perdita oggi che una possibile enorme perdita domani), avrebbero salvato la Grecia (4). E così è stato.

Il debito pubblico greco quest'anno è stato ristrutturato due volte. La prima volta ha visto la ristrutturazione del debito detenuto dai privati, la seconda – ed è la novità di questi giorni - quella del debito detenuto dalle autorità (Banca Centrale Europea, Fondo Salva Stati). La ristrutturazione per le autorità in sostanza consiste: 1) nell'allungare le scadenze del debito, ossia nel farlo scadere soprattutto quando la Grecia starà meglio, 2) nel ridurre il costo del debito per il Tesoro, ossia nel ridurre le cedole correnti e nel “regalare” al Tesoro greco le cedole accumulate. Insieme a queste misure si allungano i tempi richiesti per il rientro dei conti deficitari dello Stato. Un elevato obiettivo di surplus di bilancio è post posto, in modo che la “strizzatura” dell'economia sia meno forte. I particolari sono qui (5).

Una volta che sia esclusa l'uscita dall'euro di uno stato membro (6), ecco che cade il cosiddetto “premio di conversione”, ossia il premio richiesto per sottoscrivere per esempio un BTP, casomai tornasse la Lira (7). Dunque agli altri paesi “mal messi” come la Spagna e (in minor misura l'Italia) conviene (pagando per la propria quota) salvare la Grecia, perché il loro debito pubblico finisce per costare meno. Conviene anche alla Francia, che è un paese candidato al girone dei “mal messi” (8). Infine, la Germania, una volta che la recessione comincia a colpirla, torna preoccuparsi dell'euro area, dove peraltro si dirige la gran parte delle proprie esportazioni, come mostra il mappamondo deformato (9).

Serve oggi “piangere sul latte versato”? Si, a condizione di rendersi conto che il latte non è stato versato a causa del “destino cinico e baro”, ma che è stato versato con insipienza, sia da parte dei mercati finanziari sia da parte greca (10). Insomma, la tragedia della Grecia (11), come nei grandi romanzi russi, non ha “buoni” e non ha “cattivi”. I mercati finanziari per anni hanno comprato il debito greco con un rendimento appena superiore a quello tedesco, i greci (i politici e quelli che li votavano) hanno espanso la spesa pubblica in infrastrutture e salari pubblici e la spesa “sociale” in pensioni, istruzione e sanità, attingendo soprattutto dai finanziamenti esteri. I finanzieri, pensando che comunque se la sarebbero cavata, si sono trovati invece con delle perdite cospicue, i greci si sono trovati a dover tagliare in modo brutale quel che avevano lietamente elargito con i denari altrui.

(1) http://temi.repubblica.it/limes/cinque-opzioni-per-salvare-la-grecia/35436

(2) http://www.centroeinaudi.it/articoli/asset-allocation-economiacentroeinaudiit-100/1639-domino-in-salsa-ellenica.html

(3) http://www.scmsim.it/download/Chicken%20Game.pdf

(4) http://www.scmsim.it/sito/wp-content/uploads/2012/10/Salvare-non-salvare.....pdf

(5) http://www.ft.com/intl/cms/s/0/e5366158-3890-11e2-981c-00144feabdc0.html#axzz2DPPf9lgS

(6) http://www.scmsim.it/sito/wp-content/uploads/2012/10/La-Grecia-e-il-BTP.pdf

(7) http://www.centroeinaudi.it/articoli/ricerche-economiacentroeinaudiit-99/1641-btp-senza-la-paura-della-lira.html

(8) http://temi.repubblica.it/limes/francia-downgrade-tripla-a-moodys-hollande-cambiare-carte-in-europa/40223

(9) http://www.ghemawat.com/Maps/ShowMaps.aspx?MapName=EDEU

(10) http://temi.repubblica.it/limes/la-finanza-e-stata-miope-la-grecia-pure-e-la-francia/32472

(11) http://www.centroeinaudi.it/articoli/commenti-economiacentroeinaudiit-98/1135-la-tragedia-della-grecia.html

L'articolo è uscito su Limes il 29.11.12

http://temi.repubblica.it/limes/la-grecia-e-quasi-salva/40533