Negli ultimi tempi i «germogli della ripresa» – sono chiamati green shoots tutti i segnali di minor contrazione o di ripresa, che rincuorano gran parte del mondo politico e dell’industria finanziaria – sono la minor caduta dell’occupazione negli Stati Uniti e la ripresa cinese.


Ultimamente la crescita del numero di disoccupati negli Stati Uniti è rallentata. È incontrovertibile che sia diminuito il numero di persone che perde negli ultimi tempi il posto di lavoro. Dunque, se le imprese licenziano sempre meno, qualche cosa sta germogliando. Guardiamo il grafico sotto (1). Abbiamo il numero degli occupati fatto pari a 100 a partire dal dicembre del 2007: esso si riduce, ma con minor forza (la linea blu). Abbiamo il numero degli occupati senza quelli del settore pubblico (la linea verde): il numero degli occupati si riduce velocemente, dunque il settore pubblico assume. Abbiamo, infine, le ore lavorate (la linea rossa): le ore lavorate (evidentemente, dagli occupati) sono scese moltissimo. L’implicazione della riduzione delle ore lavorate è che, se non parte la ripresa, e anche in fretta, i posti di lavoro saranno tagliati, essendo insensato avere un costo di produzione maggiore per una produzione minore.
 
La ripresa cinese ha trascinato gli acquisti di azioni nei paesi emergenti. La crescita del prezzo delle azioni (e delle materie prime) è un altro germoglio. La ripresa cinese è partita, mentre la produzione di energia elettrica diminuisce (2). Curioso. Gli impianti industriali riprendono ritmo e si consuma (molta) meno elettricità. Forse i cinesi hanno spento gli impianti di aria condizionata.

 

(1) http://www.econbrowser.com/archives/2009/06/james_pethokouk.html

 

(2) http://www.chinastakes.com/article.aspx?id=1270


disoccupazione
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