La Banca Centrale degli Stati Uniti (FED) iniziò tre anni fa a mettere in atto la politica monetaria non ortodossa (quella che non varia solo il tasso di interesse) comprando le obbligazioni con in pancia i mutui ipotecari per evitare che la caduta del loro prezzo mettesse in crisi il sistema finanziario (Quantitative Easing 1 = QE1), poi iniziò a comprare i titoli del Tesoro per evitare che il debito pubblico crescente cominciasse a costare troppo (QE2), dopo cominciò a comprare i titoli del Tesoro con i denari che provenivano dalle obbligazioni con in pancia i mutui ipotecari che andava in scadenza (Operation Twist).

Ora, e infine, si rimette a comprare le obbligazioni con in pancia i mutui ipotecari (QE3). Se i prezzi di queste ultime salgono (ossia se i rendimenti scendono) per effetto degli acquisti della FED, i mutuatari pagheranno meno le rate del mutuo, ossia il loro reddito disponibile aumenterà.

La FED ha annunciato che terrà i tassi di interesse nulli fino alla metà del 2015 e che metterà in opera il QE3. La ragione? L'occupazione non riprende, e dunque sta facendo di tutto perché la domanda riparta. Le famiglie pagando meno i mutui ipotecari potranno spendere di più e le imprese con un costo del denaro minimo potranno investire. Questa ennesima manovra potrà funzionare? Il dubbio è che un'economia che vede le famiglie ancora indebitate registri una riduzione del debito delle famiglie in presenza di un maggior reddito disponibile di queste ultime, piuttosto che un incremento dei consumi.