Nella crisi del debito pubblico europeo si intravvedono dei segni di coinvolgimento della Francia. Dopo la Spagna e l'Italia ecco che arriva la cugina latina. La differenza di rendimento fra l'OAT (Obbligation Assimilable du Trésor) e il Bund sta salendo velocemente. E' una marea crescente, oppure - per cambiare immagine - un contagio (1).

La Francia ha - come la Spagna - un debito pubblico inferiore al nostro, ma ha - come la Spagna – un deficit maggiore. Il suo debito è alimentato dal deficit e quindi dovrebbe continuare a salire. La crescita modesta accumuna i tre paesi. Basta questo per giustificare i prezzi che si stanno formando sui mercati? No, vi sono anche dei meccanismi all'opera, che amplificano - in negativo - i giudizi dei mercati. Di due di questi abbiamo parlato molte volte. Uno dei due – l'evaporazione della liquidità - ha già agito in passato a sfavore della Spagna e dell'Italia. Potrebbe agire in futuro a sfavore della Francia. L'altro – i minori acquisti del debito di chi ha ridotto il proprio peso nei benchmark delle obbligazioni – ha agito e dovrebbe agire solo a sfavore dell'Italia. Questi due meccanismi sono raccontati per esteso qui (2).

Ne abbiamo un terzo, che ha agito a sfavore della Spagna e dell'Italia, e che potrebbe agire a sfavore della Francia, se il suo debito fosse declassato dalle agenzie di rating (3). In breve il terzo meccanismo funziona così: una banca europea, gonfia di titoli tossici con rating fallimentare (le obbligazioni statunitesi con in pancia i mutui ipotecari), come è stata Dexia, comincia a venderli per migliorare la qualità del proprio attivo. Le perdite realizzate hanno, infatti, eroso il patrimonio netto. Le altre banche cariche di titoli tossici hanno perciò dovuto interrompere la vendita di questi titoli con i prezzi in caduta per non erodere anche loro il proprio patrimonio. Quindi, per migliorare la qualità dell’attivo (ossia, alzare il rating medio del portafoglio titoli) hanno cominciato a vendere titoli con rating intermedio per comprare titoli con tripla A. Fra questi i titoli italiani e spagnoli. In questo modo si è formato un eccesso di divario (ossia il famoso spread) tra titoli italiani e spagnoli rispetto a quelli tedeschi.

L'intervento della Banca Centrale Europea (in acquisto di BTP, Bonos, e domani OAT) bloccherebbe il meccanismo uno e tre. In questo modo, si avrebbe una minor penalizzazione dei paesi mal messi. Il costo economico e politico delle manovre di risanamento si ridurrebbe, e quindi la probabilità di risanarsi aumenterebbe, con vantaggio di tutti. Se la Banca Centrale non agisse per timore di favorire il lassismo (4), ci troveremo tutti in una situazione peggiore. Insomma, il prossimo passo per uscire dalla crisi in Europa – dopo la decisione di risanare i bilanci pubblici – è la banca centrale che decide di agire come compratore di ultima istanza dei titoli del debito. Se così non facesse, la crisi durerà a lungo.

  1. http://www.ft.com/intl/cms/s/0/c9efa9fe-0fb5-11e1-a36b-00144feabdc0.html#axzz1dbrX6ZOF

  2. http://www.centroeinaudi.it/qlettera-economicaq/asset-allocation-economiacentroeinaudiit-100/1276-il-fattore-sb-e-lo-spread.html

  3. http://www.centroeinaudi.it/qlettera-economicaq/asset-allocation-economiacentroeinaudiit-100/1328-meccanismi-che-indeboliscono-il-btp.htm

  4. http://www.centroeinaudi.it/qlettera-economicaq/notizie-economiacentroeinaudiit-97/1309-il-salvataggio-delleuropa-e-il-problema-del-free-rider.html