Si dibatte sempre se la Cina abbia un'economia formidabile, oppure no. In altri termini, se la Cina sia una “tigre di carta”, come diceva Mao degli Stati Uniti, oppure no.

Si hanno dei dubbi su come sarebbero i suoi numeri, se si tenesse conto del debito locale e delle banche, così come si hanno dei dubbi persino sui numeri di contabilità nazionale. Qui scomponiamo la crescita cinese. Essa è dipesa – secondo i conti di Nomura – in parte minima dalla crescita della popolazione in età da lavoro (+0,7%), in parte maggiore dall'investimento in capitale fisico (+5,3%), e in parte dalla crescita della produttività totale dei fattori che include anche la maggior qualità del capitale umano (+3,7%).

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Relativamente all'investimento in capitale fisico, la Cina ha investito per ottenere un maggior PIL molto più di quanto abbiano fatto gli altri Paesi asiatici ai tempi del loro decollo. Ultimamente, la Cina ha registrato degli investimenti pari al 50% del PIL per ottenere un 10% di crescita.

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Conclusione, la Cina può crescere ancora, anche con una popolazione in età da lavoro decrescente, se gli investimenti diventassero più efficienti. Ossia, se fossero necessari meno investimenti per avere la stessa crescita del PIL. E qui sono i nodi da sciogliere.