Se si vuole provare a fissare qualche immagine che sia rappresentativa delle attuali condizioni dei mercati finanziari, lo strumento ideale è il grafico. Il suo utilizzo è diffusissimo ed ha il vantaggio, rispetto ad una più completa ed esauriente tabella di numeri, di fornire, appunto, un’immagine rappresentativa del fenomeno che si intende analizzare. Ha inoltre l’ulteriore vantaggio, se costruito sulla base di dati che coprono un sufficientemente ampio arco temporale, di fornire una visione, per così dire, storica di un fenomeno.
Avendo i mercati finanziari notoriamente memoria corta, se non cortissima, può essere utile ogni tanto dare un’occhiata a che cosa è successo in un passato più o meno recente, sperando di avere qualche elemento in più per provare a capire che cosa sta accadendo oggi e cosa potrebbe accadere domani. Veniamo al dunque. Utilizziamo tre fotografie che possono raccontare qualcosa sullo stato di salute degli utili delle aziende dell’eurozona.
La prima immagine segnala la recente inversione di tendenza nella differenza tra le revisioni al rialzo e quelle al ribasso delle stime di utili delle aziende quotate. Significa che, a partire dal secondo trimestre di quest’anno, i segnali positivi che arrivano dalle aziende (misurati appunto dalle aspettative di utili) prevalgono rispetto ai segnali negativi. Questo fenomeno rappresenta una importante novità soprattutto se confrontato con l’anno scorso quando la situazione era opposta, con segnali negativi dominanti.
Il secondo grafico confronta la crescita attesa degli utili delle società quotate dell’Eurozona con le omologhe americane. In questo caso il fenomeno parte dal lontano 1997 e segnala il costante rallentamento degli utili dell’Eurozona rispetto agli USA a partire dalla crisi del 2007. Anche in questo caso sembra che nel 2015 si interrompa questa lunghissima serie negativa con l’auspicio che non sia un fenomeno occasionale ma che prosegua e si rafforzi.
L’ultima fotografia spezza all’interno dell’Eurozona il fenomeno della crescita attesa degli utili tra società appartenenti ai paesi cosiddetti “core” rispetto ai paesi cosiddetti “periferici”. La crisi ha punito severamente le società geograficamente periferiche, soprattutto durante la seconda fase iniziata a partire dal 2011. La distanza cumulata tra le due sotto aree è veramente ampia ma sembra che già dal 2014 si sia invertita la tendenza. Anche in questo caso l’auspicio è che il fenomeno di risalita degli utili e di riavvicinamento tra “periferici” e “core” non sia occasionale ma duraturo.
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