La discussione annosa – se alla lunga rendono di più le azioni oppure le obbligazioni – può essere affrontata sulla base di tre soli grafici. L’argomento è di estrema importanza: non solo sul piano della conoscenza dei fenomeni economici, ma anche per le ragioni pratiche legate all’investimento dei propri denari. I grafici mostrano come, nell’ultimo quarto di secolo, le azioni mondiali e le obbligazioni mondiali abbiano dato lo stesso risultato. Altrimenti detto, le azioni non hanno dato un rendimento maggiore, come compensazione per il maggior rischio corso.

I tre grafici sono stati elaborati da Giulio Palazzo della LCM SIM.

Abbiamo l’andamento delle azioni dal 1970. Si ha l’andamento di borsa mensile di ciascun paese: la variazione dei prezzi cui si aggiungono i dividendi, che sono investiti nel momento in cui s’incassano. Gli andamenti di ciascun paese non sono convertiti in una valuta comune, allo scopo di evitare la registrazione d’andamenti migliori o peggiori – secondo l’andamento dei cambi. Abbiamo una serie storica di quarant'anni – la linea blu. (Non si ha la correzione per l’inflazione, non si hanno imposte, non si hanno commissioni di gestione e di transazione.) Il risultato mensile raggiunto dall’indice con i dividendi è, infine, diviso per il livello raggiunto dall’indice con i dividendi nel mese corrispondente di dieci anni prima – la linea rossa. Si faccia click per il primo grafico:
http://www.centroeinaudi.it/images/lettera_economica/giulio%20palazzo%20azioni.jpg

Abbiamo l’andamento delle obbligazioni statali a lungo termine dal 1986. Si ha l’andamento mensile di ciascun paese: la variazione dei prezzi cui si aggiungono le cedole, che sono investite nel momento in cui s’incassano. Gli andamenti di ciascun paese non sono convertiti in una valuta comune, allo scopo di evitare la registrazione d’andamenti migliori o peggiori – secondo l’andamento dei cambi. Abbiamo una serie storica di un quarto di secolo – la linea blu. (Non si ha la correzione per l’inflazione, non si hanno imposte, non si hanno commissioni di gestione e di transazione.) Il risultato mensile raggiunto dall’indice con le cedole è, infine, diviso per il livello raggiunto dall’indice con le cedole nel mese corrispondente di dieci anni prima – la linea rossa. Si faccia click per il secondo grafico:
http://www.centroeinaudi.it/images/lettera_economica/giulio%20palazzo%20obbligazioni.jpg

Il terzo grafico è la sintesi. Non si ha l’indice delle obbligazioni dal 1970 al 1985 e dunque il confronto parte dal 1986. È comunque un quarto di secolo. La linea blu rappresenta le azioni con i dividendi, la linea rossa le obbligazioni con i dividendi. Dal 1986 a oggi il risultato è lo stesso. Le azioni salgono molto e poi ricadono verso le obbligazioni. Le azioni hanno cicli rialzisti violenti, ma alla fine tornano sul risultato delle obbligazioni. Non riescono a mantenere il maggior rendimento che accumulano.

Qui arriva l’ultima elaborazione, utile per misurare la propensione al rischio. Come dicevamo nel primo capoverso, il risultato mensile raggiunto dall’indice delle azioni con i dividendi è diviso per il livello raggiunto dall’indice medesimo con i dividendi dieci anni prima. Nel secondo capoverso si è fatto lo stesso calcolo per le obbligazioni. Si divide – alla fine – il rendimento cumulato dalle azioni nei dieci anni precedenti per il rendimento cumulato dalle obbligazioni nei dieci anni precedenti mese per mese – la linea verde del terzo grafico. Come si vede dal primo grafico, le azioni oggi sono – rispetto a dieci anni fa – intorno allo zero. Dal secondo grafico si vede che le obbligazioni oggi sono – rispetto a dieci anni fa – sopra del 60%. Il terzo grafico mostra che il sovra-rendimento delle obbligazioni è oggi del 60%. Si faccia click per il terzo grafico:
http://www.centroeinaudi.it/images/lettera_economica/giulio%20palazzo%20sintesi.jpg

La discussione di questi risultati e delle implicazioni è complessa e soprattutto utile. La porteremo avanti in diverse puntate.