Avevamo scritto (1) che «nel mese di agosto i rendimenti delle obbligazioni sono – nonostante l’ascesa delle azioni – scesi. Di solito, se le azioni sono comprate, le obbligazioni sono vendute. Con la ripresa – questo è il ragionamento – gli utili salgono e anche alla fine i dividendi, mentre le cedole sono fisse».
Con la ripresa quindi «i portafogli incorporano una quota maggiore di azioni, e questo avviene con la vendita di una quota di obbligazioni. (Quindi i rendimenti salgono perché il prezzo, a causa delle vendite, scende, mentre la cedola è fissa). Questo avviene in “condizioni normali”. Quando poi si registra – come avviene oggi – una grand’emissione di debito pubblico volto ad evitare, attraverso il maggior deficit, l’avvitamento della domanda, i prezzi delle obbligazioni dovrebbero, a maggior ragione, scendere (i rendimenti salire). Ossia, in condizioni di ripresa i rendimenti dovrebbero salire, e dovrebbero salire di più in condizioni di ripresa con una grand’emissione di debito pubblico. Invece non salgono».
Uno dei due mercati ha torto: se c’è ripresa, hanno ragione le azioni e i rendimenti dovrebbero salire. Se non c’è ripresa, hanno ragione le obbligazioni, quindi i rendimenti dovrebbero flettere (o restare dove sono per la grand’emissione di debito pubblico) e le azioni scendere.
Il grafico mostra bene la relazione inversa fra prezzi delle obbligazioni e delle azioni. Quando i primi scendono (i rendimenti salgono), i secondi salgono, e viceversa. Nel grafico si ha (in alto) il rendimento delle obbligazioni e (in basso) la borsa. La relazione è stringente: la differenza temporale è al massimo di qualche mese. Bene, oggigiorno i rendimenti hanno smesso di salire, mentre le azioni continuano a salire. Si noti che nel 2002 la flessione dei rendimenti (ovale in violetto) anticipò la flessione della borsa. La ripresa delle azioni arrivò dopo, ma in un contesto molto più favorevole di quello di oggi (2). Ecco il grafico:
http://www.centroeinaudi.it/images/lettera_economica/divergenza%20fra%20obbligazioni%20e%20azioni.jpg
(1) http://www.centroeinaudi.it/commenti/l-industria-finanziaria-le-banche-centrali-i-fondi-pensione.html
(2) http://www.centroeinaudi.it/commenti/si-parva-licet-componere-magni.html
Uno dei due mercati ha torto: se c’è ripresa, hanno ragione le azioni e i rendimenti dovrebbero salire. Se non c’è ripresa, hanno ragione le obbligazioni, quindi i rendimenti dovrebbero flettere (o restare dove sono per la grand’emissione di debito pubblico) e le azioni scendere.
Il grafico mostra bene la relazione inversa fra prezzi delle obbligazioni e delle azioni. Quando i primi scendono (i rendimenti salgono), i secondi salgono, e viceversa. Nel grafico si ha (in alto) il rendimento delle obbligazioni e (in basso) la borsa. La relazione è stringente: la differenza temporale è al massimo di qualche mese. Bene, oggigiorno i rendimenti hanno smesso di salire, mentre le azioni continuano a salire. Si noti che nel 2002 la flessione dei rendimenti (ovale in violetto) anticipò la flessione della borsa. La ripresa delle azioni arrivò dopo, ma in un contesto molto più favorevole di quello di oggi (2). Ecco il grafico:
http://www.centroeinaudi.it/images/lettera_economica/divergenza%20fra%20obbligazioni%20e%20azioni.jpg
(1) http://www.centroeinaudi.it/commenti/l-industria-finanziaria-le-banche-centrali-i-fondi-pensione.html
(2) http://www.centroeinaudi.it/commenti/si-parva-licet-componere-magni.html
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