Tempo fa avevamo provato ad articolare i molti passaggi del Quantitative Easing 2 (1). (Il Quantitative Easing 2 è il tenere schiacciati i tassi a breve, mentre si compra il debito pubblico. Il Quantitative Easing 1 è il tenere schiacciati i tassi a breve, mentre si comprano le obbligazioni con in pancia i mutui ipotecari.) I risultati di tutti i passaggi si possono misurare. Per ora, fra gli obiettivi perseguiti, abbiamo avuto l’ascesa della borsa e la flessione del dollaro. Per ora, sempre fra gli obiettivi perseguiti, non abbiamo avuto una crescita dell’occupazione di un qualche rilievo e la stabilità dei prezzi delle obbligazioni a lungo termine (2). Per ora, fra gli effetti collaterali prevedibili, abbiamo avuto la crescita dei prezzi delle materie prime e l’afflusso di capitali nei paesi emergenti.
Tutti i passaggi
Gli anelli della catena per il rilancio interno dovrebbero essere: 1) La borsa sale, spinta dai rendimenti nulli sul debito pubblico; con i tassi a zero, i prezzi delle obbligazioni non possono più salire, ma solo scendere, e quindi si comprano le azioni che possono sia salire sia scendere. 2) La borsa che sale alimenta l’effetto ricchezza; la gente, sentendosi più ricca, consuma di più. 3) Le banche non investono in titoli di stato che rendono nulla e quindi aumentano l’offerta di credito alle imprese e alle famiglie.
Gli anelli della catena dell’impatto sull’estero della manovra dovrebbero essere: 4) Il dollaro è venduto per comprare attività estere con un rendimento maggiore. 5) Le obbligazioni e le azioni dei paesi emergenti sono comprate e salgono molto. 6) Le monete dei paesi terzi salgono – salvo quelle che hanno il cambio fisso, come lo yuan cinese. 7) I cinesi debbono continuare a comprare debito pubblico statunitense anche con rendimenti nulli per tenere il cambio della loro moneta. 8) Ai paesi in via di sviluppo arriva una gran quantità di capitali che spinge in alto le loro monete, le loro obbligazioni e le loro azioni. 9) Le materie prime salgono di prezzo in dollari, perché è ridotta l’offerta; l’offerta è ridotta per strappare dei prezzi maggiori in dollari e perciò preservare il potere d’acquisto dei paesi produttori in altre monete. 10) I cinesi, avendo il cambio fissato con il dollaro, acquistano materie prime alimentari ed energetiche a prezzi crescenti; il cibo è un terzo dell’indice dei prezzi al consumo cinese. 11) L’inflazione è «esportata» nei paesi emergenti che, a differenza della Cina, non hanno il cambio fissato con il dollaro, nel modo seguente: i capitali che arrivano sono in dollari e sono cambiati in moneta locale per comprare le loro attività finanziarie. Aumenta così l’offerta di moneta, a meno che le banche centrali non ne eliminino l’impatto, vendendo obbligazioni sul mercato interno. In ogni modo, i tassi d’interesse e i rendimenti delle obbligazioni scendono. 12) Tutto il resto essendo eguale, si ha una spinta a una maggior crescita trainata dagli investimenti e dai consumi, che, per i paesi emergenti vicini alla piena occupazione, produce inflazione.
(1) http://www.centroeinaudi.it/notizie/i-tredici-passaggi-della-bolla-in-corso.html
(2) http://www.zerohedge.com/article/charting-success-qe2
© Riproduzione riservata