Il tono è inquietante perché inquietante è il rimando: “The Osborne Austerity” suona come uno dei tanti film della serie cinematografica “Bourne”, con Matt Damon, tutti inseguimenti e scossoni e misteri. Un thriller insomma, come l’austerità britannica, interpretata dal volto scuro del cancelliere dello Scacchiere George Osborne, così come la vede il magazine conservatore Spectator (1).

Osborne ha annunciato una spendig review, ispirata a “riforme, crescita e onestà”, che prevede tagli per 11,5 miliardi di sterline (13,5 miliardi di euro). In realtà il cancelliere aveva detto nel 2011 che le pene erano finite (2), non ci sarebbero stati ulteriori tagli, ma la promessa non è stata mantenuta, perché i conti non sono in ordine, e anzi c’è chi dice che fino al 2020 si dovrà continuare con la razionalizzazione. Sanità e Istruzione non saranno toccati, la Cultura perde il 7 per cento e le autorità locali, come già in passato, sono quelle che patiscono i tagli maggiori (10 per cento), con i dipendenti pubblici che dovranno rinunciare allo scatto di stipendio annuale.

Il commento del Guardian, giornale di sinistra, è senza appello (3): “Più miseria sulle spalle dei più poveri e dei più vulnerabili, tagli ulteriori per i servizi pubblici con altre privazioni per maestri, pompieri, funzionari – risultato diretto di un’economia politica fallita”. Nel merito la strategia di Osborne è criticata ormai da tutti: l’austerità senza crescita continua a pesare sul futuro dell’Inghilterra (sempre lo Spectator, che è tra i conservatori il più vociante contro Osborne, nonostante il pregiudizio positivo che aveva all’inizio, dedica l’ultima copertina all’America e alla sua ripartenza: ecco perché loro vanno bene e noi no, è il senso) e l’unica speranza che molti covano oggi è l’arrivo, a partire dal primo luglio, del nuovo governatore della Banca centrale Mark Carney.

Se dal punto di vista economico, Osborne ha da tempo perso credibilità, ne sta riguadagnando dal punto di vista politico. Secondo il Daily Mail (conservatore ma molto critico di questo governo) (4), “il più grande assalto al welfare” della storia recente colpisce dritto al cuore il Labour, che è ritenuto responsabile delle storture che hanno poi portato i conservatori, assieme ai ben più cauti e imbarazzati compagni di coalizione, i liberldemocratici, a queste misure così dure. Janan Ganesh sul Financial Times parla (5) addirittura di una “trappola” di Osborne ai danni dei laburisti che andrà sentendosi sempre di più all’avvicinarsi delle elezioni (al momento previste nel 2015).

Paul Goodman, un attento osservatore del mondo conservatore, si lascia andare, e sostiene addirittura che Osborne è il miglior stratega politico dell’Inghilterra, “anzi, l’unico che abbiamo” (6). In realtà nessuno ha mai messo in dubbio l’abilità politica del team Osborne-Cameron, il premier, anzi semmai è il contrario: esattamente come accade con Barack Obama in America, tanta cinica strategia è diventata indigesta, molti chiedono spontaneità, empatia da questi robot della politica. E Osborne deve stare attento a non disseminare troppe trappole politiche, perché se l’economia davvero non dà segnali incoraggianti in tempo per essere sfruttati all’appuntamento elettorale, a finire mangiato sarà prima di tutto lui.

 

(1) http://www.spectator.co.uk/the-week/leading-article/8947021/george-osbornes-spending-review-shows-how-deeply-he-has-failed/

(2) http://www.publications.parliament.uk/pa/cm201011/cmhansrd/cm110323/debtext/110323-0001.htm

(3) http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2013/jun/26/spending-review-osborne

(4) http://www.dailymail.co.uk/news/article-2349169/Spending-Review-George-Osborne-takes-axe-State.html

(5) http://www.ft.com/intl/cms/s/0/6e7e011e-de63-11e2-9b47-00144feab7de.html#axzz2XPYsPqBz

(6) http://conservativehome.blogs.com/thetorydiary/2013/06/george-osborne-the-best-chancellor-we-have.html