George Osborne, cancelliere dello scacchiere inglese, non poteva fare mossa migliore: la nomina di Mark Carney alla Bank of England è stata festeggiata da tutti. Persino il magazine della sinistra fabiana, il New Stetesman, ha scritto: Osborne ci ha azzeccato, per una volta (1). Per il politico conservatore il plauso è un sospiro di sollievo tanto atteso quanto breve: il suo astro s’è offuscato in questi anni di poca efficacia e di grandi lite, e la prossima settimana dovrà ritornare al giudizio popolare con l’“autumn statement”, la dichiarazione d’autunno sul budget (2).
Ma nell’attesa si festeggia. Festeggiano anche i nostalgici del Commonwealth che in questi mesi di crisi con l’Unione europea sono tornati molto attivi. Carney è canadese ed è il governatore della Banca centrale del Canada: è la prima volta che a dirigere la Banca centrale d’Inghilterra arriva un un non inglese. E a vederla bene, nonostante l’aplomb dei politici canadesi che si sono limitati a sottolineare l’amarezza nel rinunciare a un governatore tanto in gamba, tutta la questione Carney sembra proprio un’impresa imperiale: Londra scippa al Canada il suo gioiello, e non chiede nemmeno il permesso.
A dire il vero, all’inizio sembrava che fosse Carney a non volersi far rubare. C’è stato un corteggiamento da parte di Osborne, iniziato nel febbraio scorso e concluso male con l’estate, quando Carney dichiarò che non si sognava neppure di andare a Londra. Una doccia fredda sul povero Osborne, mentre la Banca d’Inghilterra s’avvitava sullo scandalo del Libor, che tirava in mezzo il front runner nella successione all’attuale governatore: Paul Tucker (3). Negli articoli sulla nomina usciti prima della nomina a sorpresa di Carney, molti lo indicavano come la prima scelta “se solo non avesse già escluso di essere disponibile”.
Poi qualcosa è cambiato. Per capire che cosa, bisogna leggere gli articoli di Robert Peston, business editor della Bbc (4), ma ormai quel che più conta è che Carney arrivi a Londra. Con il suo curriculum da governatore più bravo del mondo, le aspettative su di lui sono molto alte. E’ riuscito in questi anni a tenere il Canada al riparo dallo choc finanziario, è stato il primo ad abbassare i tassi d’interesse e poi a rialzarli, soprattutto ha evitato che il sistema creditizio canadese restasse senza regole. Ci aveva pensato prima, insomma.
A Londra, la missione è ben più complicata, “impossibile”, come insinua il Wall Street Journal (5). I problemi dell’economia inglese sono ben più gravi “di qualsiasi cosa abbia avuto a che fare Carney”, e la passione per le regole (e per Basilea III) potrebbe creargli qualche problema con l’establishment londinese. Anche con Osborne si potrebbe arrivare a qualche scontro quando si inizierà a parlare seriamente di che cosa fare per la crescita. Ma per ora il problema più grande di Carney è lo stesso che ha attanagliato Barack Obama, con i risultati che abbiamo visto: le aspettative sono troppo alte, persino per il governatore più bravo del mondo.
(2) http://www.guardian.co.uk/commentisfree/2012/nov/27/george-osborne-autumn-statement-editorial
(4) http://www.bbc.co.uk/news/business-20503377
(5) http://online.wsj.com/article/SB10001424127887324784404578145442578494404.html
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