Secondo Rupert Murdoch, tycoon dei media che ha scoperto Twitter e non lo lascia più (1), c’è qualcosa che non torna nello scandalo di Barclays, in Inghilterra, qualcosa di “very suspicious” è accaduto ai danni di Bob Diamond, un “capro espiatorio” (2). Nel giro di due giorni, a inizio luglio, i vertici della grande banca si sono dimessi, dopo che è stata annunciata una multa di 450 milioni di dollari per aver manipolato il Libor e l’Euribor, i tassi che le banche usano per prestarsi il denaro tra di loro.
Da lì in poi è stato un crescendo: è stato tirato in mezzo il governatore della Banca centrale inglese e poi via via tutto il governo, a cominciare dal cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, il più colpito e il più arrabbiato. I vertici di Barclays denunciano le pressioni della Banca centrale sulla manipolazione del Libor, ed è finito di fronte alla commissione subito istituita per indagare sullo scandalo il vicegovernatore, Paul Tucker, che da tempo è dato come il successore naturale dell’attuale governatore, Mervyn King (ma ora le sue speranze sono molto ridimensionate). Al centro dello scandalo c’è infatti una telefonata che risale al 2008 quando Diamond ancora non era CEO della banca e Tucker già era un pezzo grosso della Banca centrale(3).
Secondo questa telefonata, le pressioni non sarebbero arrivate soltanto dalle istituzioni bancarie, ma direttamente dal governo, prima quello laburista e poi quello conservator-liberaldemocratico al momento al governo.Secondo il Mail on Sunday, il contatto tra Barclays, la Banca centrale inglese e il governo sarebbe Jeremy Heywood, ora Cabinet Secretary, un uomo del governo conservatore che ribalterebbe la retorica di Osborne che prevede la responsabilità esclusiva dei laburisti (4).
Così in una settimana l’Inghilterra è ripiombata nei momenti più difficili della crisi, quelli del 2009 per intenderci, quando si iniziarono a capire le responsabilità politiche e mangeriali degli attori coinvolti nello choc finanziario della fine del 2008. Fu il momento in cui l’etica si mischiò all’economia e toccò il governo, che si impegnò a riforme improbabili che nel tempo si sono trasformate in faide partitiche, chi sta con i ricchi e chi sta contro (con tutte le relative declinazioni). E l’unica certezza è che molte delle misure prese a caldo per imporre controlli e regolamentazioni non sono destinate ad aver successo, e di “Lehman moment” come questi, in Inghilterra ma non solo, potrebbero essercene molti altri.
Si hanno anche i difensori del Libor "manipolato", ecco le argomentazioni:
http://www.atimes.com/atimes/Global_Economy/NG17Dj02.html
(1) http://nymag.com/news/intelligencer/topic/rupert-murdoch-twitter-2012-7/
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