Il movimento B-Corp coinvolge anche il settore creditizio-finanziario. E la prima società creditizia certificata B-corp in Italia, da gennaio 2022, è il Banco Azzoaglio, quartier generale a Ceva (Cuneo) e un importante avamposto a Torino. Le B-Corp costituiscono un movimento di imprese con un obiettivo comune: essere protagoniste di un cambiamento globale e rigenerare la società attraverso il business. Con le proprie attività, le aziende B-corp creano un impatto positivo sociale e ambientale sul territorio.
Attualmente si contano migliaia di B-Corp dichiarate e 70mila aziende che ne usano gli strumenti, in 150 settori e 60 Paesi. Il movimento delle B-Corp ha sviluppato una innovativa forma giuridica di impresa, la Benefit Corporation: l’Italia è stato il secondo Paese al mondo, dopo gli Stati Uniti, che nel 2016 ha introdotto le Società Benefit. Questa nuova forma di impresa for profit è già stata adottata da oltre 300 aziende italiane.
«Il nostro Banco - commenta Erica Azzoaglio, presidente del CdA di Banco Azzoaglio, quarta generazione della famiglia di imprenditori cebani - ritiene che i modelli di business basati esclusivamente sul profitto non possano garantire un futuro sostenibile e non siano adeguati per assicurare la sopravvivenza delle persone e dell’ambiente per le generazioni future, a partire dalla prossima. Non si tratta più di essere visionari o anche solo lungimiranti. Si tratta di prendere atto con molto realismo della situazione attuale. Cosa fare allora? Non c'è nulla da inventare in realtà, ci sono strade già tracciate e sarebbe irresponsabile, a questo punto, ignorare che esistano».
In sintonia con le scelte internazionali
Per questi motivi, il Banco Azzoaglio aderisce alle conclusioni della Conferenza sul clima di Parigi del 2015 e intende allinearsi a quanto stabilito dal Green Deal europeo, focalizzandosi nel raggiungimento degli obiettivi fissati per il contrasto al cambiamento climatico e nello sviluppo di un’economia circolare.
Con quali effetti sul territorio? «È difficile e ancora troppo presto in questa fase quantificare o anche stimare gli impatti sul territorio portati dalla trasformazione della nostra Banca in B-Corp – risponde Erica Azzoaglio -. Di certo, ampliamo e approfondiamo le nostre relazioni virtuose con il mondo dell'educazione e dell'istruzione, con le associazioni no-profit e di volontariato, con gli enti del mondo dello sport. Abbiamo un piano di azione messo a punto anche grazie a strumenti gestionali dedicati. Nel Report di Sostenibilità del prossimo anno saremo in grado di dare una prima valutazione basata sui risultati concreti raggiunti».
Le performance in crescita
Le previsioni per l’andamento delle performance della Banca sono in crescita. «Siamo certi – sottolinea Carlo Giuseppe Ramondetti, Direttore Generale di Banco Azzoaglio, che conta 163 dipendenti con una età media di 43 anni e una raccolta diretta che ha superato ormai 1,4 miliardi di euro». Si tratta di un balzo di 728 milioni negli ultimi tre anni, «a cui si aggiungono - precisa il DG - gli impieghi (cioè i finanziamenti concessi) a quota 905 milioni - che la nostra scelta porterà a un incremento della fiducia dei nostri clienti e alla possibilità di aprire nuove e fruttuose relazioni commerciali con le imprese e il mondo economico già posizionato in un'ottica di sostenibilità. Prevediamo che la migliore gestione dei rischi connessi con la transizione ecologica consenta di ridurre il rischio di credito e gli oneri diretti e indiretti a esso connesso».
Il gioco d'anticipo
Il percorso intrapreso dal Banco Azzoaglio gioca d’anticipo e tiene conto di quanto disposto dalla Banca Centrale Europea, relativamente alle normative per gli intermediari bancari in tema ESG. L’atteggiamento è di trasformare il cambiamento in opportunità. «Restituire parte del valore creato al territorio per iniziative ambientali e sociali non è una una "partita a costo” – afferma Simone Azzoaglio, Presidente del Comitato Esecutivo della Banca Piemontese -, ma un flusso di benessere collettivo che alimenta tutti coloro che lo generano. Economia circolare, per noi, significa anche questo». Per centrare l’obiettivo non può mancare il coinvolgimento di tutti i portatori di interesse: le famiglie e le imprese del territorio, le risorse umane, la catena fornitori e i consulenti della banca.
La prospettiva diversa
«Il nuovo approccio – sottolinea Ramondetti - genera una conseguenza importantissima: aumenta in modo sensibile la conoscenza che dobbiamo avere dei nostri clienti e dei nostri stakeholder. Questo porterà a un servizio migliore, a una migliore capacità propositiva verso le famiglie e le imprese, all'incremento della nostra capacità di integrarci in modo positivo nelle dinamiche economiche e sociali dei territori nei quali operiamo».
Emerge sempre più dirompente una nuova cultura della sostenibilità e dell’impatto territoriale generato.
La sostenibilità, dunque, sostituisce il profitto nel guidare decisioni, azioni e processi delle imprese.
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