Lo scorso 25 settembre il Fraser Institute, think tank canadese, ha pubblicato il rapporto Economic Freedom of the World 2025, in collaborazione con la rete globale EFW Network: uno strumento che misura il grado in cui le persone in 165 giurisdizioni di tutto il mondo sono libere di compiere le proprie scelte economiche su cosa acquistare, come lavorare e come scambiare con gli altri.
La libertà economica è fondamentale per la prosperità e viene misurata valutando l’apertura al commercio, il peso fiscale e regolatorio, la spesa pubblica e la solidità della moneta di un Paese.

Nel complesso, l’indice mostra che la libertà economica globale è aumentata dal 2000, ma è crollata bruscamente a seguito della pandemia di coronavirus, cancellando quasi un decennio di progressi.

Fonte: Economic Freedom of the World 2025

Per l’anno con i dati più recenti (2023), le giurisdizioni più libere economicamente sono risultate nell’ordine: Hong Kong, Singapore, Nuova Zelanda, Svizzera, Stati Uniti, Irlanda, Australia e Taiwan (a pari merito al 7° posto), Danimarca e Paesi Bassi. Appena fuori dalla top 10 il Canada (11° posto), mentre l’Italia, pur in leggero miglioramento, si deve accontentare del 46° posto.
La classifica presenta anche il Regno Unito 13° posto, seguito fra gli altri da Germania (15°), Giappone (17°), Corea (38°), Francia (44°), Indonesia (65°), Messico (70°), India (86°), Brasile (87°), Cina (108°) e Russia(148°).
I 10 Paesi con il punteggio più basso sono stati viceversa: Ciad, Libia, Siria, Argentina, Myanmar, Iran, Algeria, Sudan, Zimbabwe e Venezuela.

Confrontando il 25% dei Paesi più liberi economicamente con il 25% meno libero, riscontriamo che:

  • i redditi medi sono 6,2 volte superiori;
  • i redditi del 10% più povero sono 7,8 volte superiori;
  • le persone lavorano circa sette ore in meno a settimana;
  • vivono circa 17 anni in più;
  • molti meno bambini muoiono in tenera età;
  • le persone sono in generale più soddisfatte della propria vita:
    costoro godono infatti di maggiore prosperità, di più ampie libertà politiche e civili e di una aspettativa di vita più lunga. Per esempio, il PIL pro capite nei Paesi appartenenti al 25% con il più alto livello di libertà economica è stato di 66.434 dollari USA nel 2023, rispetto a 10.751 dollari USA per il quartile di Paesi con la minore libertà economica. Anche i tassi di povertà risultano inferiori. Nel quartile più libero economicamente, solo il 2% della popolazione ha sperimentato povertà estrema (vivendo con meno di 3,65 dollari USA al giorno), rispetto al 52% nel quartile meno libero.

    Fonte: Economic Freedom of the World 2025
  • i governi sono tendenzialmente meno corrotti;
  • l’ambiente è più pulito.

La libertà economica è infatti positivamente correlata alla tutela dell’ambiente, come misurato dall'Environmental Performance Index (EPI), che valuta i Paesi in base alla performance sul cambiamento climatico, alla salute ambientale e alla vitalità degli ecosistemi. L’EPI misura e classifica le performance ambientali di 180 Paesi, fornendo una valutazione comparativa su quanto ciascuno stia progredendo verso obiettivi di sostenibilità. Vengono utilizzati 58 indicatori raggruppati in 11 categorie tematiche, che a loro volta si collegano a tre grandi obiettivi di policy:

  • Cambiamento climatico (riduzione delle emissioni, energie rinnovabili, ecc.)
  • Salute ambientale (qualità dell’aria, acqua potabile, gestione dei rifiuti)
  • Vitalità degli ecosistemi (biodiversità, foreste, pesca, agricoltura sostenibile)

Fonte: Economic Freedom of the World 2025

Per quanto riguarda il nostro paese, per il quale il Centro Einaudi è il referente del Fraser Institute, si classifica, come detto, al 46° posto dei 165 Paesi inclusi nel Rapporto Annuale 2025.
Nel Rapporto 2024 l’Italia era al 51° posto, e ottiene dunque un miglioramento globale in 4 dei 5 ambiti analizzati dal Rapporto.
Ecco i nostri risultati nei principali componenti della libertà economica (da 1 a 10, dove un valore più alto indica un livello maggiore di libertà economica):

Dimensione del governo: è salita a 5,49 (140 esima posizione); nel rapporto dello scorso anno era 5,30

Sistema legale e diritti di proprietà: è salita a 6,78 (35 esima posizione) da 6,60

Fiducia nel sistema monetario: è salito a 9,04 (27esima posizione) da 8,44

Libertà di commercio a livello internazionale: è salita da 8,97 a 8,99 (6 posizione)

Regolamentazione: è scesa da 6,79 (69esima posizione) a 6,58.

Il rapporto di quest’anno include anche tre capitoli speciali. Il primo, scritto da Robert Lawson e da Matthew Mitchell, esplora l’effetto dei dazi del Presidente Trump sulla libertà economica negli Stati Uniti (è da sottolineare che, poiché i dati del resto del rapporto si riferiscono al 2023, non riflettono ancora le conseguenze dell’attuale guerra commerciale).
Il secondo, di Walker Wright dell’American Enterprise Institute, esamina la relazione tra libertà economica e pace.
Il terzo, di Horst Feldmann dell’Università di Bath, riassume la relazione tra libertà economica e qualità dell’istruzione.