La prima buona notizia nella settimana nera del trasporto attraverso i valichi alpini è il rinvio della chiusura del traforo del Monte Bianco. Doveva scattare lunedi 4 settembre e andare avanti per oltre cento giorni fino al 18 dicembre: primo degli interventi di restyling nella vecchia galleria. ma con altri stop già programmati per i prossimi 17 anni. Italia e Francia hanno trovato un accordo, annunciato dal ministro dei Trasporti Matteo Salvini: per ora i lavori sono sospesi. C'è chi ipotizza che possano slittare addirittura di un anno, dunque al settembre 2024, ma tutto verrà definito meglio nella conferenza dei servizi europea in programma lunedì. Mentre crescono i consensi al progetto di raddoppio del traforo sostenuto da Confindustria Aosta, con la società concessionaria pronti ad accollarsi i costi.

Il calvario dei Tir in Val d'Aosta

La buona notizia però si ferma qui: in Val d'Aosta continua il calvario degli autisti di Tir costretti a dirottare sul Bianco per la limitazione ai transiti dal Frejus dopo la frana che domenica si è staccata in alta Savoia, investendo la galleria ferroviaria e sfiorando l'autostrada. Che è stata comunque chiusa al traffico in attesa che i periti accertino la sicurezza del transito. Si ipotizza che la prossima settimana possa riaprire sia pure utilizzando solo due delle quattro corsie. Una soluzione tampone che comunque consentirà ai Tir di avere di nuovo un'alternativa al Bianco, riducendo cosi le lunghe attese in Val d'Aosta - minimo tre ore - per accedere al traforo.

Meno bene le cose vanno per il trasporto ferroviario. La linea storia tra Torino e Parigi resta interrotta nel tratto tra Modane e Chambery per i danni alla galleria di Saint Andrè e il ministro francese ai Trasporti Beaune durante un incontro con amministratori della Savoia ha detto che ci vorranno almeno due mesi. Insomma fino a ottobre inoltrato i collegamenti resteranno sospesi. Anche quelli del ferroutage tra Aiton e Orbassano. La conferma del lungo stop è arrivata nelle stesse ore in cui a Roma Telt ha svelato chi si è aggiudicato l'appalto della tratta italiana del tunnel di base della Tav, la galleria ferroviaria più lunga del mondo con i suoi 57,5 chilometri.  Sarà la cordata guidata da Itinera (che ha già realizzato il secondo traforo del Frejus), con Ghella e Spie Batignolles a costruire l'opera per un miliardo di euro. Si completa così l'assegnazione di tutti i lavori per il tunnel ferroviario sotto le Alpi cofinanziato da Europa, Francia e Italia.

Al lavoro nelle Alpi tra Italia e Francia per realizzare il tunnel di base della Tav, lungo 57,5 chilometri

Bufalini e il traguardo storico

«Da oggi abbiamo tutti i cantieri in esecuzione. A tutti gli effetti abbiamo un cantiere unico binazionale di 65 km tra Saint-Jean-de-Maurienne e Susa/Bussoleno», ha detto il direttore generale di Telt, Maurizio Bufalini. Che ha aggiunto: «Un traguardo storico per gli attraversamenti alpini. Sentiamo sempre più la responsabilità di concludere il più velocemente possibile e bene questi lavori, per garantire collegamenti importanti e strutturati degni di questo nuovo millennio. Un riferimento chiaro ai problemi dei valichi alpini di questi ultimi giorni. E per il presidente di Telt, Daniel Bursaux, si tratta di una «pietra miliare importante nell'avanzamento del progetto binazionale Torino-Lione».

L'Uncem: i valichi cerniere, non barriere

«Ha prevalso il buonsenso» dice Marco Bussone, presidente dell’Uncem nazionale commentando lo stop ai lavori nel tunnel del Bianco. E ha aggiunto: «Ora serve un serio ragionamento sui flussi, sui traffici, sulle opere, sul ruolo dei territori montani, in tutte le Alpi, per tutti i valichi e i tunnel. Sabato lo ribadiremo nel pomeriggio a Moncenisio, luogo simbolo durante un convegno proprio su questi temi. Perché le Alpi devono essere aperte: una cerniera e non barriera dell'Europa più unita anche grazie ai transiti»