Un rallentamento temporaneo. Così Gian Maria Gros Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo, vede la frenata dell’economia che più di un indice registra. E spiega:«C'è un rallentamento. Era prevedibile perché tutte le banche centrali, compresa la Bce, stanno lottando contro l'inflazione, hanno aumentato i tassi e questo non può che far rallentare l'economia. Speriamo che questo sia un rallentamento temporaneo: anzi, le nostre previsioni così dicono e si ricomincerà a crescere l'anno prossimo». In realtà il banchiere torinese aggiunge che «questo 2023 è stato un anno che è andato meglio di come era previsto all'inizio». Ottimismo poco condiviso da molti imprenditori alle prese con i conti al rientro dalla pausa agostana: «Siamo inchiodati mentre vengono rilanciati dati del primo o secondo trimestre dell’anno. Un’era fa ormai».
La fotografia a 158 Distretti
Per la verità neanche l’ultimo rapporto di Intesa Sanpaolo sui Distretti – 158 cluster considerati un po’ le eccellenze dell’economia italiana – induce all’ottimismo. Pur prendendo in considerazione i tre mesi primaverili – da aprile a maggio – cioè quando non tirava ancora la brutta aria che si respira oggi parlando con il mondo delle imprese è foriero di buone notizie. Anzi. Dopo nove trimestri di crescita consecutiva, nel periodo aprile-giugno – è la fotografia scattata dal Centro studi di Intesa - frenano le esportazioni dei distretti, con un calo tendenziale, a prezzi correnti, del 2,1%. Insomma, la macchina dell’export ha rallentato. E non di poco. Ed è la frenata delle eccellenze. Segno che il calo delle esportazioni complessivo sarà anche più impattante.
A pesare è il rallentamento della domanda internazionale, in particolare della Germania, primo mercato di sbocco per le merci italiane. Non c’entra la competitività: questo segno meno è proprio tutto figlio del nuovo quadro internazionale dove il commercio paga dazio se così vogliamo dire alle politiche monetarie decise da Fed e Bce per riportare sotto controllo l’inflazione. In un anno le due banche centrali hanno aumentato i tassi rispettivamente di 5 (gli Usa) e 4 (l’area euro) punti. Gli effetti sono quelli che si prevedevano: meno domanda, meno crescita, impatto sugli investimenti. Così la capacità di vendere all’estero – che è l’atout su cui l’economia italiana costruisce i suoi exploit – si è smarrita. E secondo il centro studi della prima banca italiana non migliorerà nei prossimi due trimestri dell’ann.
Il pessimismo degli industriali
Che poi è quanto gia stanno sperimentando gli imprenditori sulla loro pelle. Insomma, l’Italia entrerà nel n uovo anno senza lo slancio che ha avuto all’inizio di questo, sospinta dal Pil elevato del 2022. Così ci saranno ancora mesi di difficoltà. Poi a 2024 avanzato – ipotizza il capo dell’Ufficio studi Gregorio De Felice – il quadro migliorerà per tutta una serie di fattori, compresa una minor presa dell’inflazione sui conti delle famiglie.«Arrivarci» è pero il commento di più di un imprenditore votato al pessimismo. Intriso di concreta realtà.
Belluno e Biella "tirano"
Comunque tornando alla fotografia di Intesa e allargandola al primo semestre 2023 (beneficiando dunque degli ottimi numeri ancora del trimestre gennaio marzo) i primi dieci distretti con le migliori vendite all'estero sono quelli della moda e della meccanica. Tra questi: l'occhialeria di Belluno (+334 milioni di euro), il tessile di Biella (+128 milioni) e la meccanica strumentale di Milano e Monza (+314 milioni). L'Emilia Romagna si conferma prima per aumento in valore delle esportazioni (+ 769 milioni di euro e +7,3%). Seguono il Veneto (+561 milioni) e il Piemonte (+445 milioni). Al nord arretrano i distretti lombardi, penalizzati dal forte calo dei metalli di Brescia. Al sud e al centro spiccano la Campania (+272 milioni) e le Marche (+167 milioni). La Francia è il mercato che più di tutti ha contribuito alla crescita delle esportazioni distrettuali(+654 milioni, pari a un progresso del 7,4%), soprattutto grazie al settore moda. Crescono anche gli Emirati Arabi (+11,4%) dove è appena stato in missione il ministro degli Esteri Antonio Tajani.
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