Per capire l'oggetto del contendere legato alla fine delle possibili sanzioni europee contro l'Italia a causa del suo bilancio pubblico mal messo (ossia quel che è chiamata “la fine del castigo europeo” - con la conseguenza che “possiamo finalmente usare il bilancio pubblico per rilanciare la crescita”), usiamo la metafora della vasca da bagno.
Immaginiamo il debito pubblico come l'acqua in una vasca da bagno (lo stock) e il deficit come l'acqua che esce dal rubinetto (il flusso). Il primo aspetto è il debito pubblico che può essere di piccole dimensioni o di grandi dimensioni, ossia la vasca da bagno ha poca acqua, oppure molta. Il secondo aspetto è la sua crescita, che può essere alta, oppure bassa, ossia il rubinetto può essere molto o poco aperto.
Il debito italiano è grosso – la vasca da bagno è molto piena ormai da molti anni – ma il rubinetto della crisi da noi ha una portata modesta. Se giudichiamo i debiti pubblici staticamente – guardiamo solo la vasca da bagno – allora l’Italia è messa male. Se, invece, li giudichiamo dinamicamente – guardiamo anche la velocità di crescita dell’acqua, alias il rubinetto – l’Italia è messa meglio di altri paesi – come la Francia e la Spagna.
Più precisamente ancora, la vasca si riempie o si svuota a seconda di come vanno le cose fra il rubinetto e lo scolo. Il bilancio pubblico, in prima battuta, è il saldo fra uscite non finanziarie e le entrate tributarie (il saldo primario), e, in seconda battuta, è la differenza che si che si ha fra il saldo primario e il pagamento degli interessi sul debito. Se il saldo primario è positivo – se le uscite sono inferiori alle entrate – ecco che si apre lo scolo e il debito si riduce. Avanza però il pagamento degli interessi – il rubinetto. Se questo è eguale al surplus primario il rubinetto riempie la vasca tanto quanto lo scolo la svuota – e il debito resta eguale. Se il pagamento degli interessi è maggiore del surplus primario il rubinetto riempie la vasca più di quanto lo scolo la svuoti – e il debito cresce.
L'Italia ha un surplus primario (lo scolo aperto) più o meno sostanzioso fin dagli inizi degli anni Novanta – oggi è inferiore agli ottanta miliardi di euro. Gli interessi sul gran debito (il rubinetto aperto) si sono dimezzati dalla fine degli anni Novanta - da quando si è entrati nell'euro prima come aspettativa e poi effettivamente – ma restano cospicui – oggi maggiori agli ottanta miliardi euro. Abbiamo quindi un rubinetto che versa più acqua nella vasca di quanto lo scolo ne porti via. Non ne versa molta di più, però, infatti, il nostro deficit è inferiore al 3% del PIL – uno dei famigerati parametri di Maastricht.
L'obiettivo comune all'euro area è quello di ridurre in due decenni l'acqua della vasca (lo stock del debito) fino al 60% del PIL – un altro famigerato parametro di Maastricht. Questo avviene se le spese dello stato sono ridotte, mentre le entrate aumentano – grazie a una maggior crescita dell'economia a parità di aliquote, oppure con aliquote ridotte. Ossia, il debito si riduce in rapporto al PIL con uno scolo che svuota la vasca in maggior misura rispetto al passato, intanto che il rubinetto versa poca acqua, perché il costo del debito è sotto controllo.
Facendo dei conti – i numeri si trovano qui (1), il nostro scolo è abbastanza aperto, e si aprirebbe di più se solo crescessimo anche di poco, mentre il costo del debito resta controllo – come accade da qualche tempo - anche grazie agli interventi della Banca Centrale Europea. Perciò l'acqua che esce dal rubinetto è poca e, nel tempo, la vasca, grazie allo scolo molto aperto, si svuota, non completamente, ma fino al 60% del PIL.
Quello che sta accadendo è che a Bruxelles non hanno obiezioni se il risucchio dello scolo viene ridotto seppur di poco per qualche tempo (2), perché la dinamica del debito italiano è sostanzialmente sotto controllo, a differenza di quella di altri Paesi (3).
(1) http://www.centroeinaudi.it/lettera-economica/articoli-lettera-economica/ricerche/1693-delladdolcire-lausterita.html
(2) http://www.linkiesta.it/procedura-deficit-eccessivo-italia-ue
(3) http://www.ft.com/intl/cms/s/0/22348284-c7a6-11e2-be27-00144feab7de.html#axzz2UgD452yW
E' uscito il 30 maggio su: http://temi.repubblica.it/limes/la-vasca-da-bagno-italia-rientra-dal-deficit/47610
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