Il fisso batte il variabile. Da quattro mesi di fila. Parola dell’Abi, l’associazione delle banche italiane. E’ l’effetto dei rialzi decisi dalla Bce nell’ultimo anno, dieci ritocchi di fila dal luglio 2022: mentre i mutui a tasso fisso mantengono la rata stabile quelli a tasso variabile lievitano, in modo sensibile. Vediamo nei dettagli. A luglio il tasso sui mutui a tasso fisso è stato al 4,04% rispetto al 4,59% di quelli a tasso variabile; a giugno  4,13% rispetto a 4,47%; a maggio 4,15% rispetto 4,40%; ad aprile 4,06% rispetto 4,33%. Ecco perché l’Abi invita chi sta studiando di comprare casa a riflettere con attenzione: «Il mutuo è un prestito sottoscritto per un periodo molto lungo e quindi è necessario valutare le diverse offerte sul mercato per scegliere la tipologia più adatta alle proprie esigenze. Non solo. Nella scelta del mutuo occorre valutare la propria capacità di reddito, anche in prospettiva oltre a considerare l'evoluzione futura dei tassi di interesse».

L'anno record già dimenticato

I consigli per il mutuo dell’Abi arrivano poche ore dopo che l’Istat ha reso noto l’andamento del mercato immobiliare in Italia nel secondo trimestre dell’anno. In teoria atteso vivace considerata poi la pausa estiva. E invece no. Tra aprile e giugno il mercato delle comprovendite in Italia hanno registrato un calo del 16,5%. Una brusca frenata: sono 35 mila immobili venduti in meno. Ma in fondo gli esperti del settore avevano già messo in conto che il 2023 sarebbe stato un anno poco felice dopo il record del 2022: 680 mila transazioni alla fine del 2023. Il timore però è che il rallentamento sia cominciato prima del previsto. Anche se c’è comunque un dato positivo: la tenuta dei prezzi, cresciuti secondo l’Istat del 2% rispetto al trimestre precedente (meno sensibile la differenza anno su anno: +0,7%).

Comunque guardando ai volumi delle compravendite si è di fronte al terzo calo consecutivo: si attesta a -16% la flessione annua registrata dall'Osservatorio del Mercato immobiliare dell'Agenzia delle entrate per il settore residenziale, dopo il -8,3% del trimestre precedente. Dunque, sempre meno atti. Ma la situazione è camaleontica. I prezzi delle case, sempre nel confronto anno su anno, sono in crescita al Nord, dove spicca Milano e in flessione al Centro e nel Sud . In particolare accelerano nel Nord-Ovest (da +2,0% del primo trimestre a +2,5% del secondo), rallentando nel Nord-Est (da +1,9% a +1,1%). Situazione diversa nel Centro e nel Sud dove si registrano tassi annui negativi, rispettivamente pari a -0,7% e a -1,5% (da +0,1% e -0,7%). Milano si conferma leader del caro-mattone: in un anno i prezzi sono cresciuti del 7,1%. A ruota c’è Torino con un rialzo del 4,1%. Segno più anche per Roma ma è una crescita contenuta: +allo 0,6%.  E le prospettive non sono votate all’ottimismo. Per tutti. O quasi.

L'impennata delle rate

Colpa dei tassi secondo le associazioni consumatori che hanno fatto i conti dopo l’ultimo rialzo di 25 punti deciso dalla Bce e denunciano i costi proibitivi. Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori:«L'effetto Bce si vede e si sente. I continui rialzi dei tassi di riferimento da parte della banca centrale europea hanno avuto come effetto quello di far decollare i mutui. Il costo dei finanziamenti, diventato proibitivo per molte famiglie, ha causato una riduzione dei volumi di compravendita. Il calo della domanda produrrà presto un calo dei prezzi delle abitazioni, per ora solo in forte rallentamento».

I conti del Codacons

I tassi sui mutui casa – denunciano i consumatori - sono più che raddoppiati in un anno, con il rialzo del costo dei prestiti che si è tradotto in una stangata per le famiglie e in particolare per quelle che hanno contratto prestiti a tasso variabile. Un'indagine del Codacons, che prende in esame i migliori prodotti presenti sul mercato, ha calcolato la variazione del costo dei prestiti per diverse tipologie. In particolare, per un mutuo a tasso variabile da 150 mila euro a 30 anni a settembre 2021 si pagava una rata mensile di 442 euro, oggi se ne pagano 755, con un aumento di 3.756 euro annui. Per un mutuo da 100 mila euro a 25 anni si è passati dai 346 ai 549 euro mensili (+2.436 euro annui), mentre per chi ha sottoscritto un prestito a tasso variabile da 200 mila euro a 20 anni si è passati da una rata di 858 euro al mese di settembre 2021 a 1.311 euro per un aggravio annuo di 5.436 euro.  «Acquistare una casa in Italia diventa sempre più proibitivo»conclude il Codacons.