Nel primo semestre 2022 il numero medio mensile di occupati in somministrazione è stato di 510mila unità, contro le 438mila del I semestre 2021, una crescita del 16,4% tendenziale. Numeri importanti anche raffrontati al 2020, quando il monte retributivo arrivò a 8,7 miliardi di euro per un totale di 680 milioni di ore lavorate. I dati Forma.temp elaborati da Assolavoro Datalab 2022 anticipano il rapporto annuale dell’associazione aderente a Confindustria che raggruppa le Agenzie per il Lavoro nazionali e che sarà pubblicato a marzo.

Malgrado il difficile scenario internazionale il lavoro somministrato ha confermato la propria capacità di mettere a disposizione del complicato mercato italiano un numero crescente di lavoratori per soddisfare la domanda in aumento di flessibilità e di specializzazione professionale da parte del sistema produttivo.

I punti di forza della somministrazione

La somministrazione piace – secondo Assolavoro – perché risponde efficacemente alla necessità delle aziende di disporre rapidamente di profili in grado di inserirsi nei nuovi modelli organizzativi aziendali, fondati sull’uso massiccio delle tecnologie digitali, riuscendo a mettere a disposizione delle imprese un’ampia quota di giovani specializzati e ad alto potenziale. Nello stesso tempo la somministrazione si è dimostrata in grado di offrire personale più esperto, figure mature che hanno trovato nel contratto un efficace reinserimento, offrendo alle aziende esperienza e spessore professionale.

Assolavoro ha eletto a inizio febbraio il nuovo presidente, Francesco Baroni, Country Manager di Gi Group Holding Italia, che delineando il futuro dell’associazione ha ricordato che «è essenziale puntare sulle competenze. Le Agenzie per il Lavoro sono pronte a mettere a disposizione il proprio know-how per sfide più ambiziose che coinvolgano l’intero sistema Paese».

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Regole semplificate per i contratti a termine

Baroni – ricordando le scelte del Governo, che ha semplificato l’uso del contratto a termine e quindi la somministrazione a tempo determinato – ha ribadito «la disponibilità a collaborare sul piano istituzionale per un mondo del lavoro sempre più competitivo e inclusivo, a fianco delle aziende nel proporre soluzioni che sappiano leggere il mercato del lavoro, e dei singoli lavoratori, guardando al futuro delle persone, del mercato e del settore. Le Agenzie per il Lavoro svolgeranno un ruolo decisivo nell’avviamento al lavoro e nella gestione delle transizioni, contribuendo alla riduzione del fenomeno dell’inattività e alla crescita dell’occupazione femminile. L’obiettivo principale da perseguire – ha concluso Baroni – è proprio il posizionamento del settore da un punto di vista sia qualitativo sia quantitativo. La percezione del nostro ruolo deve passare da intermediari ad abilitatori di conoscenze, competenze, formazione, welfare, soluzioni di servizio integrate, specializzazione».

E' l'ora di osare grandi sfide

Giuseppe Garesio – amministratore delegato di Synergie-Italia, sesto gruppo nel nostro Paese nella gestione delle risorse umane, 750 milioni di fatturato nel 2022, 150 filiali in tutte le regioni, sede a Torino, 1000 dipendenti diretti e 25mila addetti con un contratto di somministrazione – è uno dei vice presidenti di Assolavoro, con delega all’Evoluzione della rappresentanza associativa. È convinto che sia il momento di osare e di affrontare grandi sfide: «Tutti gli attori sul mercato del lavoro devono allearsi per sconfiggere le forme deleterie di lavoro come il nero, le false partite Iva, o le cooperative con contratti farlocchi. Dobbiamo andare a cercare 3 milioni di Neet – giovani che non studiano, non si formano e non lavorano e che nel nostro Paese sono il doppio della media Europa, ai livelli di Bulgaria e Romania – e offrirgli possibilità concrete di formazione e inserimento in azienda. È una piaga da combattere tutti insieme, agenzie, istituzioni pubbliche, sindacati e imprenditori».

Giuseppe Garesio, ad di Synergie-Italia

Troppi giovani con lauree poco spendibili

Garesio punta il dito su un altro enorme problema del mercato del lavoro italiano: il divario tra domanda e offerta. Mancano figure tecniche e specialisti per l’industria, ma anche nei servizi, per contro – secondo l’ad di Synergie – sul mercato ci sono troppi giovani con lauree e diplomi poco spendibili: «Dobbiamo credere nella formazione, investire risorse, potenziare gli Its: ragazzi e ragazze che li frequentano non hanno problemi a trovare lavoro. Se non imbocchiamo con decisione questa strada condanniamo il Paese a un futuro problematico».