Diminuiscono i lavoratori domestici iscritti all’Inps nel corso del 2022, che restano prevalentemente femmine (86,4% con componente maschile in flessione di oltre il 18%) e per la stragrande maggioranza stranieri (69,5% del totale) ma in calo rispetto all’anno precedente. La regione che presenta il maggior numero di lavoratori domestici, sia per i maschi che per le femmine, è la Lombardia, con 174.613 lavoratori nel 2022, pari al 19,5%, seguita dal Lazio (13,8%), dall’Emilia-Romagna (8,8%) e dalla Toscana (8,7%). In queste quattro regioni (con il Nord-Ovest area geografica prevalente con il 30,8% delle colf italiane), si concentra poco più della metà dei lavoratori domestici in Italia; la Sicilia è la regione che fa registrare la flessione maggiore.

Secondo l’ultima rilevazione Inps – presentata il 21 giugno a Roma in occasione del convegno dal titolo “Tutto regolare? Colf, badanti e baby sitter in Italia” organizzato dall'Inps e da Nuova Collaborazione, la più antica associazione nazionale di datori di lavoro domestici che opera in Italia dal 1969 – nel 2022 i lavoratori domestici  contribuenti all’Inps sono stati 894.299, con una flessione rispetto al 2021 del 7,9% (-76.548 lavoratori), dopo gli incrementi registrati nel biennio 2020-2021 dovuti alla regolarizzazione di rapporti di lavoro per consentire ai lavoratori domestici di recarsi al lavoro durante il periodo di lockdown e all’entrata in vigore della norma che ha regolamentato l’emersione di rapporti di lavoro irregolari (D.L. n.34 del 19/05/2020 - decreto “Rilancio”).

Lo rivelano i dati dell'Osservatorio Inps 2023 sul lavoro domestico in Italia.

Fonte: INPS

Stranieri in testa

La composizione dei lavoratori per nazionalità evidenzia una forte prevalenza di lavoratori stranieri, che nel 2022 risultano essere il 69,5% del totale, quota che fa riprendere il trend decrescente, sospeso dopo 9 anni nel 2021. Nell’ultimo anno, infatti, il numero dei lavoratori stranieri è diminuito del -8,4% rispetto all’anno precedente, come si registra una diminuzione dei lavoratori italiani pari al -6,6%. I dati del triennio 2020-2022 mostrano per i lavoratori italiani una diminuzione pari al 7,1%. Più discontinuo il trend per i lavoratori stranieri, cresciuti di +3,7% tra il 2020 e il 2021 e diminuiti dell’8,4% nell’ultimo anno.

Est Europa al top

Quanto a zona di provenienza, nel 2022 l’Europa dell’Est continua ad essere il “serbatoio” da cui proviene la maggior parte dei lavoratori domestici con 316.817 soggetti pari al 35,4% del totale dei lavoratori domestici (ma dieci anni fa la quota di lavoratori dell’Est europeo era pari a 44,5%) seguiti dai 272.583 lavoratori di cittadinanza italiana (30,5%, contro il 21,2% di dieci anni fa), dai lavoratori del Sud America (7,8%) e dell’Asia Orientale (6,8%). A livello regionale nell’ultimo anno i lavoratori domestici italiani diminuiscono in tutte le regioni e in modo particolare in Sicilia (-11,5%), Marche (-9,4%) e Basilicata (-9,4%), come i lavoratori domestici stranieri che fanno registrare i maggiori decrementi in Basilicata (-17%), Calabria (-16,3%) e Puglia (-15,7%).

Fonte: INPS

Le colf battono le badanti di poco

Se poi guardiamo alla tipologia di rapporto, le colf nel 2022 valevano il 52% del totale dei lavoratori, contro il 48% delle badanti; ma a testimonianza di come sta cambiando la domanda di lavoro in Italia, dieci anni fa la quota delle colf era decisamente maggioritaria, con il 61,4% dei lavoratori, anche se nel 2022 il numero di badanti, rispetto all’anno precedente, registra un decremento pari a -5,6%. Una variazione che si confronta con un parallelo, e più forte, calo del numero di colf con (-9,9). Naturalmente, si tratta di numeri fotografati dall’Inps e che mostrano il lato “visibile” del lavoro domestico e non quello, non rilevato dall’Istituto di previdenza, del lavoro nero che si stima possa essere doppio rispetto a quello ufficiale.

Le ore lavorate e le retribuzioni

Per quel che riguarda l’età dei lavoratori si può osservare anche in questo caso la tendenza all’invecchiamento: infatti, nel 2022, la classe “50-54 anni” è quella con la maggior frequenza tra i lavoratori domestici, con un peso pari al 17,2% del totale, mentre il 21,4% ha un’età pari o superiore ai 60 anni e solo il 1,9% ha un'età inferiore ai 25 anni. Complessivamente nel 2022 i lavoratori domestici sotto i 45 anni rappresentano il 30,2% del totale ma dieci anni fa erano quasi la metà (49,7%).

Fonte: INPS

Per quel che riguarda la durata della prestazione di lavoro, nel 2022 la media, per le colf, è di 25-29 ore, mentre per le badanti è la classe “50 e oltre”. Se poi si guarda alle settimane di lavoro dichiarate, nel 2022 il maggior numero di lavoratori domestici si colloca nella classe “50-52 settimane”, con 395.406 lavoratori, pari al 44,2% del totale. L’analisi dei dati sulle retribuzioni nel 2022 evidenzia che solo il 14,6% dei lavoratori (130.478) ha una retribuzione annua superiore ai 13.000 euro. Le femmine in media hanno una retribuzione più alta rispetto ai maschi, infatti sotto i 5.000 euro l’anno si colloca il 46,5% dei domestici maschi, contro il 39,7% delle femmine. Per le colf, sia per i maschi che per le femmine, la maggior parte guadagna tra i 1.000 e i 2.000 euro l’anno. Per quanto riguarda le badanti il 36,7% delle femmine ha una retribuzione uguale o superiore ai 10.000 euro annui, contro il 29% dei maschi.