Si discute animatamente dei costi del salvataggio del sistema bancario europeo, nel caso di una crisi terminale dei debiti pubblici dei paesi «mal messi» (1). Quanto sia il costo è un punto molto controverso. Alcuni arrivano a ipotizzare mille miliardi di euro, in caso di completo fallimento. C’è chi ha inventato un modo intrigante per osservare il problema (2). Si dispongono le banche europee e il debito dei paesi «mal messi» da una parte, mentre dall’altra ci si interroga su «che cosa accadrebbe se». Proponiamo l’esercizio. La nostra conclusione, fatti i diversi scenari, è che se si escludono quelli estremi, e quindi remoti, alla fine, sia pure con fatica, si esce dal tunnel.

Siccome il senso dell’esercizio si capisce se si fanno ipotesi estreme, allora: 1) le banche possono avere il rapporto fra impieghi e mezzi propri minimo (pari a 12,5, ossia una leva dimezzata rispetto a oggi che è pari a 25), oppure mantenere la leva di oggi, oppure il valore intermedio; 2) le banche debbono man mano ricapitalizzare per il controvalore del fallimento del debito pubblico dei diversi paesi che detengono in portafoglio, oppure per degli importi inferiori.

Insomma, costruiamo un simulatore di volo dove si misura l’impatto della tempesta. Si ha l’ipotesi nella prima colonna, mentre nella seconda si ha l’importo in miliardi di euro. La prima tabella calcola il numero massimo della tempesta. Lo si ottiene raddoppiando il capitale di rischio richiesto per dimezzare la leva, e letteralmente cancellando il valore del debito pubblico dei paesi citati. Sono parecchie centinaia di miliardi euro.

Fallisce solo la Grecia

174

Fallisce solo il Portogallo

125

Fallisce solo l’Irlanda

112

Fallisce solo la Spagna

334

Fallisce solo l’Italia

305

Nel caso in cui le banche avessero una leva intermedia fra 25 e 12,5 (ossia un patrimonio netto pari al 6% degli impieghi) e registrassero una ristrutturazione del debito del 30%, che è la media storica delle ristrutturazioni (l’obbligazione da 100 passa a 70), avremmo ovviamente un numero inferiore:

Ristruttura solo la Grecia

50

Ristruttura solo il Portogallo

22

Ristruttura solo l’Irlanda

15

Ristruttura solo la Spagna

140

Ristruttura solo l’Italia

100

Quale dei due scenari esagerati è il più verosimile? Il secondo, ma esso rimane lo stesso esagerato (anche per un pessimista).

Una ricapitalizzazione delle banche con una leva intermedia fra 25 e 12,5, con la Spagna e l’Italia che sono fuori dalla crisi perché le manovre di correzione funzionano intanto che la Banca Centrale Europea e il Fondo Monetario comprano le obbligazioni a lungo termine, e gli altri tre paesi che ristrutturano le proprie obbligazioni, portandone il valore da 100 a 70, sembra più verosimile.

Rifacendo i conti, sono 62 miliardi di euro. Rifacendo ancora i conti con la Grecia fallita, avremmo 80 miliardi. Non sono numeri fuori dalla portata della troika composta dal fondo «salva-stati», dalla Banca Centrale Europea e dal Fondo Monetario.

 

(1) http://www.centroeinaudi.it/qlettera-economicaq/ricerche-economiacentroeinaudiit-99/1274-i-dubi-sulle-banche-in-breve.html

(2) http://graphics.thomsonreuters.com/11/07/BV_STRSTST0711_VF.htm

 

Nota aggiunta l’11/10/2011. Sul perché non si possono lasciar andar male le banche:

http://en.wikipedia.org/wiki/Diamond%E2%80%93Dybvig_model