Gli ultimi dati sull'artigianato in Italia evidenziano un calo del numero degli addetti del settore ma a fronte di ciò si osservano «nuove aperture con mestieri nuovi legati soprattutto al mondo del sofrware, dell'Ict». È quanto rileva il presidente nazionale di Confartigianato Imprese Marco Granelli, secondo il quale «da sempre ma, soprattutto, in un momento come questo di forte transizione digitale, i giovani possono essere la chiave necessaria per agganciare il nuovo contesto».
«Oggi, anche nel nostro settore, - spiega Granelli - è necessaria una formazione continua, siamo in una situazione liquida e parole come stampanti 3D, intelligenza artificiale stanno entrando nel nostro lessico. Abbiamo soprattutto bisogno di giovani perchè ci aiutino a decodificare meglio queste cose e a portarle all'interno delle nostre aziende».
A proposito del rapporto tra giovani ed artigianato, Granelli sottolinea come «anche in funzione del cambio generazionale, come associazione ci stiamo impegnando tantissimo perchè il nostro diventi un settore attrattivo. E questo lo si può fare con una maggiore connessione tra scuola e lavoro e grazie all'apprendistato misura per noi importantissima». Inoltre per avvicinare i giovani ad un comparto fondamentale per il made in Italy, «operiamo attraverso il cosiddetto Digital innovation hub, luoghi fisici dove i giovani possono sperimentare tutta l'innovazione, che serve alle nostre aziende. Allo stesso tempo facciamo sempre più nostri temi a loro cari, come quello della sostenibilità. Proprio in questi giorni, fino al 28 ottobre, stiamo organizzando 55 eventi legati al tema della sostenibilità in 50 città, con 18 regioni coinvolte».
I giovani, dunque, per recuperare vecchi mestieri ed anche per introdurne di nuovi, come quelli appunto legati all'Ict, alle nuove tecnologie. «Quando parliamo di artigianato - osserva Marco Granelli - non parliamo di una riserva indiana, non parliamo di una razza in via di estinzione, non parliamo solo di restauratori o di ciabattini. Abbiamo avuto, infatti, un'evoluzione anche in mestieri totalmente innovativi, nell'ambito, per esempio, dell'automotive, di nicchie di mercato come il biomedicale, la meccanica di precisione. Oggi - aggiunge - abbiamo tantissime aziende, che magari hanno 10-15 addetti ma che lavorano in filiere di grandi case automobilistiche come Mercedes, Bmw, Volkswagen, Audi, e lo fanno realizzando pezzi che solo noi sappiamo fare. Questo mix di giovani, artigiani tradizionali in un contesto, dove si vede la fine di un'economia di standardizzazione ed omologazione, mettendo in campo quella che io chiamo 'la cura dei particolari' può essere la carta vincente. A tutto questo si aggiunge una logica di economia circolare, di riutilizzo, di capacità di rigenerare ed aggiustare».
In quest'ambito quale puo' essere l'apporto dell'Intelligenza Artificiale? «Noi accogliamo l'intelligenza artificiale come qualcosa di complementare all'intelligenza artigiana. Non la vogliamo demonizzare ma crediamo, invece, sia da sfruttare appieno per migliorare le cose che facciamo. Quello che deve essere chiaro, però, è che non ci sarà mai nulla che può sostituire quello che mani ed ingegno possono creare».
Nonostante le difficoltà del settore, nonostante l'attuale contesto internazionale, il presidente di Confartigianato Imprese, si dice ottimista: «e figure che noi intepretiamo sono attori economici ed anche sociali, sono produttori di pil sociale. Un ruolo di cui il Paese ha ancora fortemente bisogno, di cui non può fare a meno e per questo credo che noi saremo interpreti e protagonisti ancora di tante fasi».
L'ultimo messaggio è per il Governo: «Abbiamo apprezzato soprattutto il metodo di confronto. Poi magari non sempre possiamo essere d'accordo, però credo che siamo sulla strada giusta. La coperta è corta, è un momento di grande responsabilità, occorre tenere la barra dritta in funzione delle regole di bilancio europee. Crediamo quindi che sia necessario affrontare insieme un percorso tra istituzioni e noi che siamo attori economici. Noi ci siamo. Le nostre richieste sono chiare - conclude Granelli - una normativa che guardi alla valorizzazione del nostro mondo e vero sostegno alle imprese».
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