I territori dell’economia reale hanno molto da dire sulla nostra capacità o incapacità di guardare lungo. Perché raccontano l’Italia migliore, resiliente e creativa. Dicono molto delle persone, delle idee, delle relazioni che sanno costruire. È il motivo per cui stiamo seguendo con interesse ciò che sta accadendo nel Canavese. Da luogo della fabbrica di Adriano Olivetti - con i suoi miti, i suoi fallimenti, la sua carica mai dispersa di valori - al sogno infranto della Silicon Valley italiana a un lento, ma significativo cammino verso una più moderna idea di sviluppo con cui rialzarsi e competere. 

È quanto sta cercando di fare il think tank Canavese2030, lab aperto che da tempo sta proponendo con convinzione un percorso concreto, poco lamentoso, molto orientato agli anni a venire. Ha costruito 15 ambiti di azione e 30 obiettivi strategici per il rilancio dell’area, con un metodo di rendicontazione costante dei passi che vengono compiuti. C'è una stretta collaborazione con le Langhe, in cui è coinvolta la Banca d’Alba e del Canavese per individuare best practice. C'è una task force turistica con censimento digitale e georeferenziato, già pronto, di quasi 200 eccellenze enogastronomiche. Grazie al sistema camerale esiste anche una piattaforma per le attività produttive. Ed è a disposizione un atlante di tutte le Partite Iva.

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Abbiamo dato -  e continueremo a dare - uno spazio aperto al dibattito e al confronto su questo progetto. Nel NordOvest italiano (e non solo) che intende ripartire nella difficile complessità internazionale che stiamo vivendo può diventare un modello di riferimento. Soprattutto, diventa un test significativo di come un ecosistema (imprese, decisori pubblici e privati, società civile) può collaborare con senso civico per impostare il futuro.

Il position paper «Canavese Smart Land» – condiviso con l’Anci e l’Uncem, le organizzazioni dei Comuni e delle Comunità montane – presentato pochi mesi fa, per esempio, non è un quaderno di belle intenzioni. Indica un cambio di passo, con obiettivi “smart”: specifici, misurabili, raggiungibili, rilevanti, temporizzabili. In qualche modo, anche se non viene esplicitamente dichiarato, è a tutti gli efftti "impact economy".

I vari momenti di confronto vengono chiamati «Contaminazioni» non a caso. Perché impongono il confronto tra sguardi, discipline e settori diversi. Venerdì 14 luglio è in calendario una nuova tappa, con un aggiornamento a San Giorgio Canavese (Torino). La seguirermo e ve ne daremo conto.