E se vi dicessero che tutto quello che vi hanno raccontato finora sui salari fosse semplicemente falso? In un recente contributo pubblicato su Il Foglio («Le balle sui salari italiani», 20 aprile) il direttore delle testata, Claudio Cerasa, si pone questa domanda passando in rassegna alcuni dati Eurostat sulle diseguaglianze salariali, sostenendo come da questi emergano appunto nuove verità. Secondo Cerasa, in Italia il problema dei bassi salari sarebbe in realtà legato a quelli alti. In altre parole, in Italia la media dei salari sarebbe bassa perché i ricchi Italiani sono meno ricchi dei loro corrispettivi Europei, e non perché i poveri italiani siano particolarmente più poveri di altri cittadini europei.

La maggior parte delle conclusioni presentate dal direttore de Il Foglio sono però errate, in quanto basate su dati parziali che non rappresentano in maniera corretta la situazione salariale in Italia e in Europa. I dati cui fa riferimento Cerasa descrivono infatti la situazione salariale dei lavoratori impiegati in imprese con almeno dieci dipendenti, lasciando così fuori dalla panoramica circa un lavoratore su due. Considerando il totale dei lavoratori italiani ed europei, alcune delle nuove verità presentate dal direttore non trovano così riscontro nei dati.

La prima verità riguarda il fatto che in Italia la discrepanza tra i salari più alti e quelli più bassi sarebbe tra le minime registrate in Europa, assieme a Belgio, Danimarca e Francia. Ma è davvero cosi? La Figura 1 mostra il rapporto tra il salario che guadagna il lavoratore più povero del 10% tra i più ricchi delle popolazione e il salario del lavoratore più ricco tra il 10% più povero della popolazione. I ricchi italiani guadagnano in media circa 4,5 volte tanto rispetto ai lavoratori più poveri, mentre le media dell’Area Euro di ferma poco sotto la soglia di quattro volte tanto. In altri Paesi come Francia e Danimarca il rapporto si attesta invece a circa tre volte tanto, descrivendo quindi una situazione reddituale con diseguaglianze meno marcate rispetto a quelle che si registrano nel nostro Paese.

 

Figura 1. Rapporto tra reddito dei più ricchi e dei più poveri (2013-2019)
Figura 1. Rapporto tra reddito dei più ricchi e dei più poveri  (2013-2019)

L’articolo del direttore de Il Foglio prosegue sostenendo come in Italia la diseguaglianza dal basso – che viene comunemente descritta dalla differenza tra il salario mediano e quello dei lavoratori più poveri – sia tra le più contenute dell’Unione Europea. Anche in questo caso però i dati raccontano una storia diversa. La Figura 2 mostra il rapporto tra il reddito del 10% delle persone più povere del Paese e il reddito mediano (nel pezzo de Il Foglio si mostra invece la percentuale di lavoratori con salari bassi, rispetto al salario mediano, sul totale del lavoratori).

In Italia una persona povera guadagna circa il 40% di quanto guadagna una persona con un reddito mediano (la figura considera in particolare il salario più alto all’interno del quinto decile di reddito). In altri contesti europei la forbice si restringe, per arrivare a paesi come la Francia dove i più poveri guadagnano in media circa il 55% di quanto guadagnano i lavoratori con salario mediano. In Italia la differenza tra salari bassi e salari alti (mediani) non è quindi tra le più contenute in Europa, anzi.

Figura 2. Rapporto tra reddito dei più poveri e reddito mediano (2013-2019)
Figura 2. Rapporto tra reddito dei più poveri e reddito mediano (2013-2019)

Per quanto riguarda invece la diseguaglianza dall’alto – la differenza cioè tra il salario mediano e il salario dei lavoratori più ricchi – l’Italia si piazza nella parte alta della classifica, smentendo quindi la narrazione secondo la quale in Italia i ricchi non sono così tanto ricchi rispetto al resto della popolazione, se confrontati con altri Paesi europei. In Italia, il rapporto tra il reddito del 10% delle persone più ricche del Paese e quello mediano è pari a 1.9 (si prende sempre in considerazione il reddito più basso tra il 10% delle persone più ricche e il salario più alto all’interno del quinto decile di reddito).

In altre parole: in media, un ricco Italiano guadagna circa due volte tanto quanto un lavoratore con un reddito mediano. In questo caso il rapporto è più o meno lo stesso che si registra in media nell’Area Euro, mostrando quindi come l’Italia non si distingua affatto per basse diseguaglianze nella parte alta della distribuzione reddituale.

Infine, il pezzo de Il Foglio commenta la percentuale di lavoratori a basso reddito che si registra in diversi paesi Europei, sostenendo come in Italia i numeri non facciano emergere una situazione relativamente problematica. In realtà, in Italia la quota di lavoratori a rischio povertà – la soglia considerata è il 40% del salario mediano – è più alta della media dell’Area Euro (9.2% contro 5.7% nel 2019). In Germania la stessa percentuale scende invece al 4.5%, in Francia al 3% (2019).