Il primo a lanciare l’idea è stato l’assessore regionale Bilancio e alla Cooperazione del Piemonte Andrea Tronzano:«Vorrei dire una cosa sul piano energetico: noi lavoriamo per ridurre la produzione da combustibili fossili, puntiamo ad arrivare nel 2030 al 50 per cento di produzione da fonti rinnovabili, ma forse è ora che riconsideriamo il nucleare, un’energia pulita che ci aiuterebbe». E il ministro dell’Ambiente e per la Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin gli è andato a ruota: «Le fonti rinnovabili attuali non riusciranno a coprire tutto il fabbisogno.
Non chiudiamo le porte sul nucleare, ma andiamo avanti con la ricerca. Bisogna avere un atteggiamento laico, affrontare le questione in modo serio. Poi si valuterà». In fondo quello del ministro – che ha ricordato che il ritorno al nucleare è nel programma di governo del centrodestra - è stato un assist al Piemonte il cui governatore Alberto Cirio, pochi mesi fa, aveva detto sì al nucleare. «Non ho candidato il Piemonte a ospitare una centrale. Ho detto che finalmente è caduto un muro ideologico e ci permette di ragionare e riflettere sul nucleare pulito, sicuro, di ultima generazione, valutando costi e benefici. Un'apertura che è arrivata dalla Commissione europea, un bene per il nostro Paese, fermo da 20 anni. Se poi mi chiedete qual è la vocazione energetica del Piemonte, rispondo l'idroelettrico. E abbiamo anche vinto un bando del Pnrr che ci farà Regione capofila di progetti sull'idrogeno».
Mauro Lusetti, presidente di Legacoop, che ha partecipato alla tavola rotonda con Pichetto, Tronzano e l’assessora all’Ambiente di Torino Chiara Foglietta – più prudente sull’opzione nucleare – ha preso spunto dall’epidemia di Covid: «Noi stiamo con la scienza, se la scienza dà garanzie non vedo ostacoli». Ma è chiaro che la più grande cooperativa guardi con più attenzione all’economia circolare tanto da firmare un accordo con l’Enea per accelerare i processi di trasferimento tecnologico legati alla transizione green e tech e aprire alle coop percorsi di crescita sostenibile anche in chiave “Next Generation”. D’altronde, ha sottolineato Lusetti, «la cooperazione è l’impresa del futuro e lo diciamo perché consapevoli di ciò che possiamo rappresentare per la società e della forza che possiamo mettere in campo». Dimitri Buzio, confermato al vertice di Legacoop Piemonte, ha sottolineato «La sfida ambiziosa ma da accettare: un modello di impresa cooperativa innovativa e sostenibile. La nostra associazione sta cambiando pelle e dobbiamo intraprendere nuovi percorsi per favorire un nuovo protagonismo cooperativo. Un modello che non trascura il benessere della comunità».
Ma Legacoop guarda con attenzione anche alle comunità energetiche e dal ministro è arrivata la conferma di una buona notizia: «Sulle comunità energetiche le norme sono in dirittura d'arrivo. Siamo ai dettagli, stiamo rivendendo i meccanismi d'incentivo. Nei prossimi due anni nasceranno oltre 15mila comunità energetiche, spero anche 20mila».
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