L’indice di riproducibilità nazionale, calcolato sui dati dell’11 maggio, è pari a 0,79 (0.73 - 0.85) in costante decrescita.

In contemporanea, dopo che i governatori hanno chiesto di abolire l’indice Rt , questa settimana si è scatenata la ricerca al sostituto.

Ricapitoliamo: venerdì scorso l’indice saliva mentre tutti gli altri dati indicavano un miglioramento. Come mai? Perchè l’Rt ufficiale porta 3 settimane di ritardo e quindi venerdì è stato pubblicato il valore del 21 aprile, quando effettivamente la riproducibilità stava crescendo. Risultato: i governatori ne hanno chiesto l’abolizione, invece di una più ragionevole riparazione (proprio nel senso di “non funziona, aggiustatelo”).

I tecnici (ISS e Fondazione Bruno Kessler) hanno quindi valutato i sostituti ed ecco che sta tornando in auge l’Rt “ospedalizzazioni”. Repubblica dedica una intera intervista a Stefano Merler che spiega come “L’Rt ospedaliero è più veloce, le Regioni lo ricevono già adesso ma non entra nel sistema di valutazione del rischio. Comunque usarli entrambi nel monitoraggio è un’opzione. L’Rt sintomatico è stato criticato ma ha funzionato bene, questo non vuol dire che non si possa migliorare”.

La proposta dell’Rt ospedalizzazioni non è nuova, se ne era discusso a fine febbraio a seguito di una proposta del governatore Toti. All’epoca, su Mondo Economico, avevamo mostrato che il calcolo produce risultati completamente discordanti con l’andamento effettivo dell’epidemia.

Qui di seguito si può vedere il medesimo calcolo, aggiornato a ieri: in verde l’Rt ospedalizzazioni; in blu l’Rt ufficiale, con il metodo di calcolo disponibile qui.

La prima osservazione che salta all’occhio: l’Rt ospedalizzazioni è in ritardo di 3 settimane sull’Rt ufficiale! I minimi dell’uno corrispondono sistematicamente ai massimi dell’altro. Il che ha un senso, perché tra il contagio e il ricovero passa necessariamente del tempo. Sembra una condanna: in qualsiasi modo proviamo a calcolare l’Rt, in Italia ci viene sempre in ritardo di 3 settimane.

La seconda osservazione: l’Rt misura la riproducibilità del virus; non si capisce su quale base scientifica sia lecito calcolare la riproducibilità solo sui ricoveri. Tutti gli altri non contano più nel contagio? Allora potevamo tranquillamente tenere tutto aperto, bastava non andare in ospedale?

La terza osservazione: se l’ISS sta prendendo in considerazione un nuovo Rt, perchè allora non considera il calcolo sui nuovi casi giornalieri (sintomatici e asintomatici) per data notifica, che da mesi si dimostra sistematicamente corretto e calcolabile in tempo reale?

Qui di seguito i dati regionali aggiornati al 11 maggio.

  • Abruzzo: 1,06 (0,81 - 1,34)
  • Basilicata: 0,86 (0,66 - 1,07)
  • Calabria: 0,88 (0,73 - 1,02)
  • Campania: 0,90 (0,81 - 1,01)
  • Emilia-Romagna: 0,72 (0,61 - 0,83)
  • Friuli Venezia Giulia: 0,86 (0,59 - 1,15)
  • Lazio: 0,77 (0,70 - 0,86)
  • Liguria: 0,71 (0,57 - 0,86)
  • Lombardia: 0,76 (0,68 - 0,85)
  • Marche: 0,90 (0,73 - 1,09)
  • Molise: 0,60 (0,26 - 0,98)
  • A. Bolzano: 0,85 (0,56 - 1,15)
  • A. Trento: 0,76 (0,52 - 1,02)
  • Piemonte: 0,89 (0,78 - 0,99)
  • Puglia: 0,84 (0,74 - 0,95)
  • Sardegna: 0,57 (0,42 - 0,71)
  • Sicilia: 1,21 (0,96 - 1,49)
  • Toscana: 0,81 (0,71 - 0,91)
  • Umbria: 1,08 (0,82 - 1,36)
  • Valle d'Aosta: 0,70 (0,42 - 1,01)
  • Veneto: 0,72 (0,62 - 0,83)

 

 

 

 

 

Fonte: elaborazione di Stefano Terna per Mondo Economico su dati Protezione civile e ISS